Notizie Notizie Mondo Cameron promette ai britannici il referendum: nel 2018 dentro o fuori dall’Ue

Cameron promette ai britannici il referendum: nel 2018 dentro o fuori dall’Ue

23 Gennaio 2013 09:02

Gli inglesi saranno i primi della storia a poter scegliere se restare o no nell’Unione Europea. E’ questo l’annuncio-bomba che oggi potrebbe uscire dalle labbra del premier britannico David Cameron, che pronuncerà finalmente il suo discorso (disponibile sul sito del governo britannico), atteso e più volte rimandato, nel quale il capo del governo della Corona deve chiarire quale sia la posizione della politica del Regno Unito rispetto a quella dell’Europa.

Negli scorsi mesi il dibattito sulla necessità di una unione bancaria e fiscale nell’Ue ha messo a dura prova la pazienza dei britannici e ha quasi esaurito la scorta di formule diplomatiche pronunciate dal capo del governo, il quale, se si è sempre detto a favore della sovranità inglese sopra questioni di tale importanza, ha anche affermato di recente di desiderare un rapporto con l’Europa che includa il Regno Unito. Del resto le pressioni intorno a Cameron sono molteplici.
 
Da un lato i politici internazionali, in primis il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, consigliano fortemente di non far mancare nell’Europa a 27 la voce forte della Gran Bretagna. Dall’altro, il leader dell’opposizione laburista Ed Miliband, accusa l’avversario politico di voler danneggiare il Paese conducendolo fuori dall’Ue. Ciò allontanerebbe infatti l’interesse degli investitori stranieri, portando ad anni di incertezza economica e danneggiando ulteriormente crescita e occupazione. In più ci sono i cittadini inglesi, presso cui – stando ai sondaggi – l’ipotesi di una uscita dall’Europa prende sempre più piede, pressati come sono delle politiche di austerity del ministro delle finanze Osborne che, secondo quanto valutato dal Centre for Economics and Business Research, per rientrare nei parametri del debito pubblico, dovranno continuare ancora almeno fino al 2020.

Cameron quindi, deve trovare una soluzione che gli consenta di non perdere la faccia né con l’Europa, né con i propri elettori, in vista del richiamo alle urne che suonerà nel 2015. Quindi l’idea che potrebbe essere espressa nel discorso di oggi, come riportata dal Wall Street Journal, è quella di promettere, in caso di rielezione tra due anni, un referendum “dentro o fuori”: ai cittadini britannici per la prima volta nella storia verrà data la facoltà di dare o meno l’appoggio alla necessità, che secondo le indiscrezioni il premier intende riconoscere pubblicamente, di una permanenza stabile della Gran Bretagna in Europa. Tale referendum sarà comunque indetto non prima del 2018, quando lo scenario europeo potrebbe essere radicalmente diverso da quello odierno.

Un modo, forse, per delegare la responsabilità di una scelta politica troppo difficile. Ma che, secondo il Financial Times, potrebbe essere letto come una raffinata strategia di politica internazionale, che potrebbe forzare Parigi e Berlino a concedere migliori condizioni alla Gran Bretagna, scongiurando così il rischio della sua uscita definitiva dall’Ue.