Cadono gli utili del colosso General Electric, Borse in tensione

La situazione si fa seria. Da General Electric è infatti venuto oggi il secondo segnale rilevante di una contrazione generalizzata dei profitti aziendali in scia alla frenata economica degli Stati Uniti. Martedì era infatti toccato ad Alcoa, che aveva annunciato una flessione degli utili trimestrali del 50%. I conti di Ge rappresentano però quasi un indicatore economico, se non altro per le dimensioni della conglomerata e per il fatto che sia la seconda maggiore società per capitalizzazione di Borsa degli Stati Uniti.
General Electric ha chiuso il primo trimestre con una flessione dell’utile netto del 6% a 4,3 miliardi di dollari. La conglomerata ha invece registrato un incremento dell’8% dei ricavi, per complessivi 42,24 miliardi. Ge ha anche ridotto la guidance per l’intero 2008, prevedendo utili compresi tra 2,20 e 2,30 dollari per azioni, con un eps per il trimestre in corso tra i 53 e i 55 centesimi. Nel trimestre appena chiuso, secondo quanto reso noto dalla società, la divisione servizi finanziari ha subito le conseguenze del rallentamento dell’economia americana e le difficoltà dei mercati dei capitali.
Ma le notizie negative non finiscono qui. Alla luce di tali risultati gli analisti di Credit Suisse hanno tagliato il giudizio sul colosso a stelle e strisce da “outperform” a “neutral”, con un target price a 41 dollari per azione. “E’ sconvolgente per noi constatare quanto siano stati deboli i risultati societari nei diversi settori del gruppo”. È questo il commento a caldo degli analisti della banca d’affari svizzera. “Ci attendevamo un modesto rialzo dell’utile del comparto healthcare rispetto alla flessione pari al 17% riportata oggi. Stessa cosa a livello industriale, utili in calo del 20% contro le nostre aspettative di lieve crescita”.
Il titolo Ge è arrivato a perdere anche 11 punti percentuali, ma l’effetto si è sentito su tutte le Borse mondiali. Il Dax tedesco ha ceduto l’1,53% a 6603 punti, il Cac40 francese ha perso l’1,28% a 4797 punti e il Ftse100 britannico è arretrato dell’1,18%. L’S&P/Mib ha così lasciato sul campo l’1,03% a 33.178 punti, mentre il Mibtel è sceso dello 0,90% a 25.188 punti. Quella di Ge non è stata comunque l’unica notizia negativa di una giornata nella quale il dato sulla fiducia dei consumatori americani elaborato dall’Università del Michigan è sceso ai livelli più bassi dal 1982.