Buffett scarica IBM, mentre febbre Apple non finisce qui. Il mea culpa su Google e Amazon
Warren Buffett scarica del tutto IBM, fa incetta di nuove azioni Apple, si pente di non aver scommesso su Alphabet (Google) e Amazon e spiega perchè non ama il titolo Microsoft. Nel corso dell’assemblea annuale degli azionisti della sua conglomerata Berkshire Hathaway, che si è svolta lo scorso sabato 5 maggio, Buffett ha illustrato le ultime variazioni che hanno interessato il portafoglio del suo colosso.
Gli azionisti della holding Berkshire hanno avuto tuttavia pochi motivi per esultare visto che, per la prima volta dal 2009, il bilancio si è chiuso in rosso.
Esattamente, Berkshire Hathaway ha chiuso il primo trimestre dell’anno con una perdita netta di $1,14 miliardi, o $692 per azione di classe A, rispetto agli utili netti di $4,06 miliardi, o $2.469 per azione, del primo trimestre del 2017. Motivo? Le nuove regole contabili, che lo stesso AD Buffett ha definito “un incubo”, e che hanno costretto il gruppo a riportare guadagni ma anche perdite non realizzate relative ai portafogli di azioni e strumenti derivati.
Gli utili operativi, che escludono i risultati di alcuni investimenti, sono saliti invece a $5,29 miliardi, o $3.215 per azione di classe A dai $3,56 miliardi dell’anno precedente, o $2.163 per azione, in crescita del 48,7%. Battute le previsioni degli analisti, con quelli di Thomson Reuters che avevano previsto un utile operativo di $3.116 per azione di classe A.
Nella seduta dello scorso venerdì, le azioni Berkshire di classe A hanno chiuso a $292.000 e quelle di classe B a $195,64, entrambe a livelli inferiori del 10% circa i record testati lo scorso 29 gennaio.
Passando a quelle che sono state le nuove decisioni di investimento dell’oracolo di Omaha, IBM è stata del tutto scaricata. Un epilogo non sorprendente, visto che alla fine del 2017, la holding deteneva poco più di 2 milioni di azioni, dopo aver smobilizzato quasi il 94,5% della partecipazione massiccia che un tempo deteneva.
La quota accumulata in IBM era stata rivelata nel 2011, quando Berkshire acquistò 64 milioni di azioni ordinarie del colosso, per un prezzo in media di $170 per azione, e dunque per un valore complessivo di $10,7 miliardi.
I tempi sono cambiati, addio IBM. E’ l’ora di Apple
Ma ora i tempi sono cambiati e, a fronte di IBM, che è stata lasciata volutamente nel dimenticatoio, la vera scommessa si chiama Apple.
Nel corso dell’assemblea degli azionisti, Buffett ha confermato quanto rivelato qualche giorno prima, ovvero di avere acquistato altre 75 milioni di azioni Apple, quattro giorni dopo l’annuncio del colosso dell’iPhone sulla possibilità di avviare una operazione di buyback azionario di $100 miliardi.
Lo shopping di altri titoli Apple si è aggiunto alla partecipazione già significativa detenuta a fine 2017, pari a 165,3 milioni di azioni. Considerando il valore con cui il titolo Apple ha chiuso la sessione di giovedì scorso, a $176,89 per azione, si arriva alla conclusione che la quota di Berkshire in Apple vale circa $42,5 miliardi.
Buffett è diventato praticamente il terzo maggiore azionista di Apple, dietro Vanguard e BlackRock e ora punta ancora più in alto.
“Mi piace l’idea di avere il nostro 5%, o qualsiasi cosa sia, e magari crescere al 6-7% senza sborsare un centesimo”, ha detto il veterano di Wall Street, 87 anni, aggiungendo di essere “soddisfatto della decisione (di Apple) di procedere al riacquisto delle sue azioni”.
C’è un errore che l’investitore miliardiario, tuttavia, ammette di aver fatto: quello di non aver puntato su Alphabet, la holding a cui fa capo Google, e su Amazon.
Ho preso decisioni sbagliate su Google e Amazon -ha detto – Ho commesso un errore nel non essere stato in grado di arrivare a una decisione, quando mi sono accorto che, alle valutazioni attuali, le prospettive erano decisamente migliori di quelle prezzate dai titoli”.
In particolare, l’oracolo di Omaha ha riconosciuto di aver sottovalutato Amazon:
“Ho sempre avuto un’opinione molto, molto alta, sulle capacità di Jeff (Jeff Bezos, ceo di Amazon) ma l’ho sottovalutato. Ho osservato Amazon dall’inizio e penso che Jeff Bezos abbia fatto qualcosa di vicino a un miracolo…Il problema è che, quando penso che qualcosa diventerà un miracolo, tendo a non scommetterci. Sarebbe stato molto meglio, ovviamente, se avessi avuto qualche intuizione riguardo ad alcune attività di business”.
Tra le varie domande poste dai giornalisti, anche quella sul perchè non abbia investito in Microsoft: il motivo, ha risposto, risiede nel forte legame che ha con il fondatore Bill Gates. I due si conoscono da 27 anni, amano giocare a bridge e a ping pong.
“Sarebbe un errore per Berkshire acquistare (titoli) Microsoft”, ha detto.
E questo perchè, oltre a essere amici, c’è anche un altro fatto.
Gates, che nel 2014 si è dimesso dalla carica di presidente di Microsoft, è presente nel board di Berkshire Hathaway dal 2004. Questa situazione potrebbe innescare, nel caso in cui Berkshire acquistasse una quota in Microsoft, “anche accuse, secondo cui Gates potrebbe avermi detto qualcosa o viceversa”.
Detto questo, il motivo per cui l’oracolo non ha acquistato Microsoft neanche prima della sua amicizia con Gates risiede, lo ha detto lui stesso, “nella mia stupidità”. E’ anche vero tuttavia che è stato lo stesso Buffett a precisare che il suo team di stock pickers gli aveva consigliato di stare alla larga da quelle azioni.