Buco pensioni: a rischio l’obiettivo deficit al 3%, verso rimborsi solo per assegni più bassi
Governo al lavoro per risolvere il caso pensioni aperto dalla sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il blocco dell’adeguamento all’inflazione delle pensioni lorde di importo superiore a tre volte il minimo previsto dall’Inps. Nodo pensioni che, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, è stato al centro del vertice di ieri sera tra il premier Matteo Renzi e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Il buco creato dai rimborsi potrebbe incidere non poco sui conti pubblici con l’obiettivo di deficit al 3% a rischio quest’anno e quindi dell. Il margine di spesa del governo ammonta a circa 8 miliardi di euro. Secondo quanto riferito dal quotidiano di via Solferino la linea del governo è pressoché definita: si dovrebbe procedere alla modifica delle norme al decreto Monti cassato dalla Consulta, ricostituendo le pensioni di importo più basso, fino a 1.500 euro, mentre rimarrebbe il blocco per quelle superiori a 3.000 euro, prevedendo una rivalutazione decrescente nella fascia intermedia: dal 95% per lo scaglione tra 1.500 e 2.000, al 75% tra i 2.000 e i 2.500, al 50% tra i 2.500 e i 3.000. Queste modifiche permetterebbero infatti di costruire quella progressività della norma la cui assenza ha determinato la bocciatura da parte della Consulta.
Secondo i calcoli della Uil il totale dei rimborsi potrebbe arrivare fino a 13 miliardi di euro, mentre la CGIA ha stimato addirittura una potenziale spesa complessiva per i rimborsi di 16,6 miliardi.