BTP migliori in Eurozona, tassi a minimo anno. Commerzbank: incredibile, Italia percepita come asset rifugio
Secondo giorno di consultazioni al Quirinale per la formazione di un nuovo governo. Mentre permane l’incognita su chi guiderà l’Italia dopo le elezioni politiche dello scorso 4 marzo, gli investitori non demordono e continuano a posizionarsi sui BTP. Tanto che, stando a quanto riporta un articolo di Bloomberg, i titoli del debito pubblico italiano si confermano i migliori tra quelli dell’Eurozona.
Di fatto, i rendimenti dei BTP a 10 anni scambiati sul secondario sono scivolati fino all’1,74% nelle ultime ore, dopo essere scesi fino all’1,73%, al livello più basso dal 13 dicembre scorso, a fronte di uno spread con i Bund arretrato fino a 121 punti base. Le ultime rilevazioni indicano un differenziale in lieve calo a 124 punti base.
Giù anche lo spread BTP-Bonos, che scende fino a 55,8 punti base, al valore più basso in due mesi.
“E’ incredibile che i bond italiani abbiano sovraperformato rispetto, praticamente, a tutto – ha commentato in una nota riportata da Bloomberg Michael Leister, responsabile della strategia dei tassi presso Commerzbank – Mentre la Spagna sta beneficiando dalla convergenza del rating verso i paesi semi-core, vale la pena notare come a segnare un rally siano anche i BTP, con i tassi che sono scesi al minimo dell’anno”.
Tale performance, secondo Leister, mette in evidenza “lo status di asset rifugio che gli investitori ora attribuiscono perfino all’Italia“.
Vanno bene in generale i titoli della periferia dell’Eurozona: anche i bond spagnoli e portoghesi hanno riportato poderosi rialzi negli ultimi mesi, beneficiando degli upgrade delle agenzie di rating e di un contesto in cui la Bce continua ad acquistare i titoli di stato dell’area euro, sebbene per 30 miliardi di euro al mese, la metà rispetto agli acquisti che sono proseguiti fino alla fine dello scorso anno ($60 miliardi di euro al mese, ma all’inizio del Quantitative easing l’ammontare era ancora più alto, pari a $80 miliardi).
I tassi sui bond spagnoli sono scesi al livello al minimo dall’ottobre del 2016, mentre quelli portoghesi sono arretrati la scorsa settimana al valore più basso dall’aprile del 2015.
Quello che Bloomberg mette in evidenza è che gli investitori si stanno posizionando, in generale, più sui titoli della periferia dell’Eurozona che sui Bund tedeschi, in concomitanza con l’escalation delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti di Donald Trump e la Cina.
I bond italiani, in particolare, sono quelli che hanno guadagnato di più dopo la notizia relativa alla decisione di Pechino di imporre dazi doganali su 106 prodotti Usa, a seguito delle tariffe punitive che l’amministrazione Trump ha comminato contro 1.300 beni cinesi.
Investment Week riporta la nota positiva sui BTP di Mark Dowding, gestore di Blue Asset Management, fiducioso anche sui bond della Grecia.
Sul caso Italia, Dowding sottolinea che la prospettiva di “un governo debole e instabile non rappresenta alla fine una grande novità. E visto che nessuno dei principali partiti -emersi dal voto – spinge per un referendum sull’adesione del paese all’Unione europea, non intravediamo il rischio concreto di una “Italexit” o di una rottura del blocco”.
Piuttosto, secondo l’esperto, “in un’ottica di più lungo termine, un qualsiasi dietrofront dalle riforme o un peggioramento dei conti pubblici potrebbe danneggiare il debito sovrano, nel caso in cui si ripresentassero i rischi di una recessione“.