Notizie Notizie Italia BTP Futura troppo avaro e complesso per essere amato dagli italiani bramosi di rendimenti. I motivi del mancato boom del bond anti-MES

BTP Futura troppo avaro e complesso per essere amato dagli italiani bramosi di rendimenti. I motivi del mancato boom del bond anti-MES

11 Luglio 2020 12:00

Gli italiani non hanno fatto la fila per accaparrarsi il nuovo BTP Futura, destinato ai soli risparmiatori retail e che sarà interamente destinato a finanziare misure quali il rafforzamento del sistema sanitario e il rilancio dell’economia nazionale post-Covid. I numeri finali dicono che la raccolta tra i retail non si è nemmeno avvicinata a quella record di due mesi fa per il BTP Italia (22,3 mld totali, di cui quasi 14 mld tra i retail), anch’esso finalizzato a finanziare le spese per il Covid. Due mesi fa le condizioni si presentavano decisamente più vantaggiose per gli investitori con tassi più elevati e anche una durata meno vincolante (5 anni rispetto ai 10 del BTP Futura).

L’emissione del nuovo BTP ha raccolto 6,13 miliardi di euro, contro una domanda iniziale stimata in circa 10 miliardi.

L’accoglienza più fredda non è dettata dalla sfiducia verso l’Italia considerando che oggi l’asta Bot è andata molto bene e i risparmiatori continuano ad essere consci che lo scudo di policy del Recovery Fund e delle misure ultraespansive non convenzionali della BCE come il PEPP supporteranno i titoli di Stato dei Paesi periferici ed in particolare quelli italiani, dove il premio per il rischio politico è più elevato.

Cosa ha portato alla risposta tiepida dei risparmiatori

“Altri elementi hanno pesato sulla risposta tiepida dei risparmiatori, in primis i tassi cedolari minimi senza un significativo eccesso di rendimento rispetto ai BTP decennali nominali”, rimarca Massimiliano Schena, CIO di Symphonia SGR, che aggiunge: “Mentre la cedola per i primi 4 anni è relativamente migliore del previsto, lo “step” complessivo da 1,15% a 1,45% è relativamente basso, riducendo la protezione dal rischio duration per un’emissione a dieci anni. Il rendimento medio del nuovo titolo pari all’1,28% (1,38% incorporando anche il premio fedeltà minimo) è solo moderatamente superiore a quello del BTP agosto 2030 (1,25%). Il potenziale di upside sul mercato secondario è pertanto limitato, anche se vi è una buona probabilità di ottenere il premio fedeltà massimo a causa del livello depresso del PIL di partenza, che porterebbe il rendimento complessivo all’1,58%”.

Inoltre, la struttura con cedole nominali semestrali calcolate sulla base di tassi prefissati e crescenti nel tempo, il cosiddetto meccanismo step-up, risulta probabilmente più difficile da comprendere rispetto ad un BTP con una cedola fissa. A questi elementi si aggiungono la scadenza più lunga – dieci anni contro i cinque anni del BTP Italia di maggio – e la scarsa liquidità che il BTP Futura avrà sul mercato secondario, dal momento che si tratta di un’emissione riservata al solo pubblico retail.

Infine, asserisce Schena, non vanno sottovalutate le incertezze legate alla crescita del Pil dell’Italia per i prossimi anni, dal quale dipende il premio fedeltà del nuovo BTP, dopo la pubblicazione delle previsioni economiche d’estate da parte della Commissione europea, che proprio tre giorni fa ha posto il nostro Pese come fanalino di coda in Europa per il 2020.

I numeri della prima emissione del BTP Futura

L’emissione del BTP Futura, stando ai numeri riferiti dal Tesoro, ha visto la conclusione di 174.318 contratti per un controvalore pari a 6.132,260 milioni di euro e l’importo emesso coincide con il controvalore complessivo dei contratti di acquisto validamente conclusi alla pari sul MOT (il Mercato Telematico delle Obbligazioni e Titoli di Stato di Borsa Italiana). Dei contratti conclusi sul MOT circa il 64% è stato di importo inferiore ai 20.000 euro, mentre se si considerano i contratti fino a 50.000 euro, si arriva circa all’89% del totale. Il taglio medio dei contratti è stato di 35.179 euro.

Dalle informazioni raccolte dai Dealer, Co-Dealer ed altri intermediari, si evince che la partecipazione di investitori retail sia stata prevalente rispetto a quella del private banking (con una quota di rispettivamente 62 per cento e 38 per cento). All’interno della quota sottoscritta da investitori retail, si stima che circa il 69 per cento abbia inoltrato l’ordine attraverso le filiali delle reti bancarie (sia recandosi fisicamente in filiale sia inoltrando l’ordine a distanza), mentre circa il 31 per cento attraverso l’home banking. Circa il 60% dei sottoscrittori del BTP Futura non aveva partecipato all’ultima emissione del BTP Italia, segnando, quindi, un importante incremento del coinvolgimento diretto dei risparmiatori italiani. Per quanto riguarda la ripartizione geografica degli ordini ricevuti, la quasi totalità degli ordini risulta provenire da investitori domestici (circa il 98%).