BTP battono Bund e anche Treasuries. View di Pimco e altri analisti su spread
E’ un dato di fatto: i bond della periferia dell’Eurozona, BTP inclusi, continuano a fare meglio di altri bond con rating più elevati. Nella rosa dei migliori ci sono anche loro, i BTP, insieme ai titoli di stato di Spagna e Portogallo. Gli acquisti su questi debiti sovrani continuano, e la conseguenza è che i relativi spread con i Bund tedeschi si assottigliano sempre di più. Il trend stupisce, se si considera l’incertezza politica che assilla l’Italia dal giorno delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo, e anche se si pensa che prima o poi la Bce staccherà la spina del QE. Per non parlare dei dati macro arrivati nel primo trimestre dal fronte economico europeo, non proprio confortanti.
Come mai gli investitori si ostinano, nonostante la presenza costante di tanti venti contrari, a fare incetta di queste obbligazioni?
Intervistato da Reuters Antoine Bouvet, strategist di Mizuho, parla di cambiamento di regime:
“E’ in atto un cambio di regime negli spread sovrani, che stanno reagendo al momento soprattutto agli sviluppi economici. Fino a quando la crescita rimarrà positiva, assisteremo a un ulteriore restringimento degli spread”.
Ma come si giustifica questo cambiamento di regime?
In primo luogo, tutti e tre i paesi del Sud Europa – Italia, Spagna, Portogallo – versano ora in buone condizioni economiche e sono usciti dalla recessione, con l’aiuto della Bce che, con il piano di Quantitative easing, ha garantito stimoli straordinari per 2,55 trilioni di euro. Non per niente, l’Eurozona ha riportato lo scorso anno il tasso di crescita più forte in un decennio, assistendo a un rialzo del Pil del 2,7%.
Un altro fattore da considerare, sottolinea Reuters è che, anche se la crescita sta rallentando, l’economia di Italia, Spagna e Portogallo è ben diversa da quella dal periodo funesto compreso tra il 2010 e il 2012, quando Madrid e Lisbona furono costrette a ricorrere al bail-out e Roma divenne preda di ripetuti attacchi speculativi.
Secondo motivo è che, diversamente dall’anno scorso, nel caso dell’Italia il M5S non è più considerato una minaccia esistenziale per la moneta unica.
“L’Italia potrà non avere ancora un governo – sottolinea l’articolo – ma lo spread BTP-Bund a 10 anni è vicino al minimo dall’agosto del 2016, a 110 punti base“.
Il trend al rialzo ha basi per continuare?
Alti costi di hedging penalizzano Treasuries su BTP e Bund
Un assist positivo, a dispetto di quella soglia del 3% che i tassi decennali sui Treasuries sono arrivati a superare nelle ultime sessioni, arriva proprio dai titoli di Stato Usa.
I loro tassi, spiega Andrew Bosomworth, responsabile della gestione di portafoglio presso Pimco in Germania, non devono essere considerati infatti come una minaccia per altri bond dell’Eurozona, in quanto la verità è che non sono appetibili, né superiori. Come è possibile?
Così Bosomworth:
“I bond governativi italiani a 10 anni, che rendono quasi l’1,8%, ma anche i Bund tedeschi, che rendono lo 0,6% circa, presentano tassi più alti del rendimento attorno allo zero che i Treasuries presentano, (quindi non del 3%, nel momento in cui vengono conteggiati i costi di hedging dai rischi di cambio)”.
Morale della favola: i Treasuries Usa renderanno pure il 3% circa, ma i costi di hedging per tutelarsi dai rischi di oscillazione del cambio euro-dollaro sono tali da azzerare alla fine il guadagno che si riceverebbe puntando su di essi.
Tra l’altro tali costi stanno salendo, visto che i tassi di interesse sul dollaro di breve termine stanno balzando al record dall’era della crisi.
D’accordo con Pimco anche Mohit Kumar, responsabile della strategia sui tassi presso Credit Agricole, che ha messo in evidenza come gli stessi investitori asiatici stiano puntando sui bond europei – in particolare Francia, Spagna e Italia – a spese dei Treasuries.
A questo si aggiunge il fatto, riporta Reuters, che i rendimenti “reali” dell’Italia, parametro che sconta gli effetti dell’inflazione e a cui alcuni investitori guardano, sono più alti di quelli Usa.
Anche grazie al fattore Treasuries, il sentiment sui BTP rimane così improntato alla fiducia.
A tal proposito Richard McGuire, strategist di Rabobank, stima un calo dello spread fino a 100 punti base, anche se precisa poi che, a suo avviso, i bond spagnoli faranno ancora meglio. D’altronde, lo spread Spagna-Germania si aggira attorno a 72 punti base, praticamente dimezzato rispetto ai 150 punti base dello scorso anno.
“Tradizionalmente, lo spread spagnolo (sulla Germania) si è imbattuto nella resistenza di 100 punti base dai tempi della crisi. Ma, in questo momento, il differenziale è ben al di sotto di quel livello e noi riteniamo che possa scendere fino a 50 punti base“.
Meno ottimisti sulla periferia dell’Eurozona sono gli analisti di ING, che ritengono che gli spread Italia-Germania e Spagna-Germania si allargheranno invece di restringersi, fino a rispettivamente 150 e 80 punti base, entro la fine del 2018.
Alcuni strategist, poi, come è il caso di Eric Brard, responsabile della divisione di reddito fisso di Amundi (come gli altri intervistato da Reuters), affermano che sarebbe meglio tornare a puntare sui titoli di debito francesi e tedeschi, in caso di aumento dei loro rendimenti.
Per Brard, “il momento in cui i tassi decennali sui Bund toccassero l’1% sarebbe quello giusto per tornare a puntare sull’Eurozona ‘core'”. Così come per l’analista sarebbe ancora il momento giusto per puntare su paesi dotati di rating migliori, nel caso in cui i tassi sui titoli francesi salissero sopra l’1,20%.