Btp anche a rendimento zero calamitano domanda record. Nel 2021 montagna da 324 miliardi di debito da rinnovare
Oggi è andata in archivio l’ultima asta di un mese di novembre che ha visto il Tesoro fare gli straordinari con l’aggiunta della seconda emissione del BTP Futura (raccolti solo 5,7 mld dallo strumento dedicato ai retail) e del nuovo BTP in dollari (3 mld) alle classiche aste che si susseguono di mese in mese.
L’attesa per le prossime mosse della Bce, così come l’effetto vaccini, hanno spinto i rendimenti dei titoli di Stato italiani ai nuovi minimi storici e lo spread è ormai non lontano dal tentare di violare al ribasso il muro posto a quota 100.
Nuovi minimi storici per i tassi Btp a 5 e 10 anni
Oggi il Tesoro ha allocato oggi BTP a 5 e 10 anni, insieme al CCTeu, per 8 miliardi, il massimo del range previsto. La domanda della carta italiana si mantiene sostenuta nonostante i rendimenti sempre più ridotti. Sono stati collocati 2,5 miliardi di euro del BTP a 5 anni (range era 2-2,5 mld) con la domanda che ha raggiunto 4,7 mld. Il rapporto di copertura è stato pari a 1,90 rispetto a quello di 1,46 di un mese fa. Il Btp a 5 anni con scadenza febbraio 2026 è stato allocato al rendimento dello 0,01%, in calo di 22 punti base rispetto a un mese fa. L’asta di Btp odierna ha visto il Tesoro allocare anche il Btp a 10 anni con scadenza aprile 2031 per 3 mld, il massimo dell’ammontare previsto (range era 2,5-3 mld). Il tasso di assegnazione è stato dello 0,59%, in calo di 20 punti base rispetto a un mese fa. La domanda è stata di 4,7 miliardi con rapporto di copertura di 1,57 (da 1,33 della precedente asta).
Altri 375 mld da rifinanziare entro fine 2021
L’emergenza Covid ha costretto il Tesoro italiano ad aumentare non di poco le emissioni di debito in questo 2020 e anche il 2021 si prospetta impegnativo. Come ricorda Unimpresa, entro dicembre 2021 scadono 183 miliardi di Btp, 131 miliardi di Bot, 12 miliardi di CCT e 48 miliardi di Ctz. Un totale quindi di 375 miliardi. Ammontano, invece, a quota 822 miliardi, complessivamente, le “scadenze” di titoli di Stato della legislatura in corso: si tratta di 557 miliardi di Btp, di 131 miliardi di Bot, di 63 miliardi di Cct e di 71 miliardi di Ctz.
Dall’analisi del Centro studi di Unimpresa emerge che nel 2020 il debito ancora da rinnovare è di 51 miliardi. A giudizio del Centro studi di Unimpresa, a partire dal prossimo anno, l’acuirsi della crisi economica, cagionata dalla pandemia e dalle misure di contenimento, potrebbe avere ripercussioni sulla gestione del debito pubblico.
Settimana scorsa Morgan Stanley si era invece mostrata ottimista sui conti pubblici dell’Italia. Se un vaccino globale aiuterà a rivitalizzare il settore del turismo andando verso l’estate (così come anche l’area euro e la crescita globale), allora ad accelerare potrebbero essere anche le entrate fiscali italiane, fattore che a detta di Morga Stanley metterebbe l’Italia nella posizione di ridurre in modo significativo il proprio fabbisogno di emissioni nell’ultima metà del 2021.
Il debito in scadenza nei prossimi anni
Secondo l’analisi di Unimpresa, basata su dati del ministero dell’Economia, l‘ammontare complessivo dei titoli di Stato in circolazione è pari a 2.103,3 miliardi: si tratta di 131,1 miliardi di Bot, 136,9 miliardi di Cct, 71,1 miliardi di Ctz e 1.764,1 miliardi di Btp.
Nel 2022, poi, scadrà debito pubblico per 206,9 miliardi: 28,1 miliardi di cct, 22,6 miliardi di ctz e 156,2 miliardi di btp. L’anno successivo – nel 2023, quando scadrà la legislatura in corso – impegnerà il Tesoro per rinegoziare 240,2 miliardi di titoli: 22,5 miliardi di cct e 217,7 miliardi di btp. Altri 177,4 miliardi di titoli pubblici arriveranno a fine corsa nel 2024: 30,2 miliardi di cct e 147,1 miliardi di btp, mentre nel 2025 i btp da rinnovare saranno pari a 156,2 miliardi e i cct 43,2 miliardi per un totale di 199,4 miliardi. A partire dal 2026, le scadenze riguarderanno solo i titoli di maggior durata ovvero i btp: 125,6 miliardi nel 2026, 105,4 miliardi nel 2027, 82,7 miliardi nel 2028, 49,1 miliardi nel 2029 e 102,7 miliardi nel 2030. Nel decennio 2031-40, in totale, andranno rinnovati titoli per 300,9 miliardi, mentre nell’arco di tempo che va dal 2041 al 2067 il debito in scadenza è di 136,9 miliardi.