Bridgewater Associates di Dalio bearish a 360°. “Mercati prezzano ancora Goldilocks, 2019 sarà pericoloso”
L’hedge fund Bridgewater Associates di Ray Dalio rafforza il proprio outlook ribassista sui mercati. In una delle Osservazioni giornaliere stilata dal direttore degli investimenti Greg Jensen, si legge di fatto che “siamo bearish sugli asset finanziari, in un contesto in cui l’economia Usa si avvicina alla fase finale del ciclo, in cui la liquidità continua a essere rimossa, e i mercati continuano a prezzare la prosecuzione delle recenti condizioni nonostante lo scenario stia cambiando“.
Le previsioni del fondo, il cui nome è noto in Italia per aver shortato asset italiani in vista delle elezioni politiche italiane dello scorso 4 marzo, sono tutto fuorché di buon auspicio:
“Il 2019 si confermerà un anno pericoloso, visto che l’effetto degli stimoli fiscali (riferimento al taglio delle tasse lanciato dal presidente Trump in Usa) si smorzerà, mentre l’impatto delle strette monetarie della Fed raggiungerà il picco”.
La coesistenza di diversi fattori – una politica fiscale, almeno in Usa, che difficilmente riuscirà a replicare gli effetti espansivi che ha già prodotto, unita a una politica monetaria più restrittiva – sarà per Bridgewater Associates, già di per sé, un deterrente agli acquisti di asset finanziari da parte degli investitori.
“Per gli investitori il pericolo è già qui – si legge nella nota – I mercati sono già vulnerabili, con la Fed che sta ritirando la liquidità e alzando i tassi, rendendo più scarso e dunque più attraente il cash e facendo dietrofront rispetto alla politica del denaro facile e dai tassi sul cash pari allo 0%”.
L’hedge fund avverte tuttavia gli investitori anche del pericolo rappresentato dalla compiacenza, laddove fa riferimento a come gli asset finanziari stiano continuando a scontare uno scenario Goldilocks.
A tal proposito, da segnalare che per tale scenario si intende una economia caratterizzata da alcuni elementi chiave come basso tasso di disoccupazione, aumento dei prezzi degli asset (titoli azionari e prezzi degli immobili), bassi tassi di interesse, una crescita del Pil veloce ma costante e una bassa inflazione.
Il problema, per Bridgewater Associates, è che ” il pericolo che deriva da un cambiamento delle condizioni di liquidità e dalle dinamiche proprie della fase di fine ciclo è rafforzato dal fatto che gli asset finanziari stessi stanno prezzando uno scenario Goldilocks caratterizzato da una forza sostenuta, ignorando praticamente sia le probabilità di una crisi o di un surriscaldamento“. E un tale atteggiamento si sta manifestando proprio mentre la Fed, indisturbata, continua a fare passi in avanti nella sua politica monetaria restrittiva.
Per Jensen, una prova di tanto ottimismo è rappresentata dai fattori che i mercati stanno scontando, guardando già all’inizio del 2020: si sta scommettendo, di fatto, su un tasso di crescita (dell’economia Usa) pari al 2,4%, di tassi sui Treasuries decennali al 3%, e su tassi fed funds al 2,8%, ovvero su un outlook che il report definisce praticamente una “estrapolazione delle condizioni correnti, con una crescita e un’inflazione attese su livelli quasi perfetti”.
Allo stesso tempo, si sta prezzando “anche una curva piatta, prezzi del petrolio a $62, e un dollaro in calo del 3,5% rispetto alle valute dei paesi avanzati”.
In più, guardando alle dinamiche dei prezzi, Bridgewater fa notare che “le aspettative sono di un’inflazione che rimane su livelli benigni, appena al di sopra del target del 2% della Fed, mentre i prezzi delle opzioni indicano come ci sia poca domanda, da parte degli investitori, di strumenti che proteggano contro il potenziale di una economia in fase di bolla”.
Dall’altra parte, scrive Jensen, le stesse dinamiche “mostrano praticamente una probabilità pari a zero della deflazione, che invece sarà altamente probabile nella prossima crisi”.
Un altro segnale di come la situazione potrebbe essere non così rosea come i mercati continuano a ritenere è rappresentato dal fatto che gli asset non stanno scontando quasi per niente ulteriori rialzi dei tassi da parte della Fed oltre la fine del 2019.
“I tassi dei bond non sono previsti in forte rialzo, e tale fattore implica che la curva dei rendimenti continuerà ad appiattirsi. Ciò sembra implicare condizioni insostenibili, se si considera che i deficit dei governi continueranno a salire anche dopo che sarà stato toccato il picco degli stimoli fiscali, in un contesto in cui la Fed, stando alle stime attuali, proseguirà lo smantellamento degli asset presenti nel suo bilancio dai tempi dei QE lanciati”.
In un tale contesto, è difficile immaginare che si riuscirà ad attrarre un numero sufficiente di acquirenti dei bond, con la curva dei rendimenti sempre più piatta”, mette in evidenza la nota di Bridgewater Associates.