Brexit: ultimi sforzi per convincere gli indecisi alla vigilia del referendum
Dibattiti, interviste, comizi e distribuzione di volantini. I pro e gli anti-Brexit intensificano i loro ultimi sforzi nella battaglia per tentare di convincere gli indecisi alla vigilia del referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Unione europea. A un giorno dal voto determinante per il Paese di Sua Maestà, ma anche per l’Europa, il divario tra i due schieramenti rimane contenuto. Secondo gli ultimi sondaggi infatti i favorevoli a una permanenza all’interno del blocco europeo sono in leggero vantaggio, con il 51%. Più elevata la percentuale, pari al 60-70%, secondo i bookmakers. Diventa cruciale a questo punto convincere quel 10% di indecisi che potrebbe far pendere l’ago della bilancia da un lato o dall’altro. Intanto il primo ministro inglese, David Cameron, ha lanciato il suo ultimo messaggio con una intervista pubblicata sulla prima pagina del The Guardian (qui il link). Cameron ha affermato che scegliendo di restare nell’Ue, gli inglesi invieranno un messaggio chiaro che la Gran Bretagna non vuole ripiegarsi su se stessa.
Non è la prima volta comunque che il popolo britannico vota sulla permanenza nella famiglia europea. Nel giugno del 1975, solo due anni e sei mesi dopo che la Gran Bretagna era diventata membro della Cee, ci fu un referendum sulla permanenza nella comunità europea. Allora il ‘si’ vinse, con il 67,2% dei voti, cosa accadrà questa volta? Una cosa è certa si tratta dell’evento più importante di questo 2016 e l’esito avrà forti ripercussioni sui mercati finanziari, ma non solo. Secondo le previsioni del Tesoro britannico, una Brexit provocherebbe per il Paese anni di recessione e una caduta della sterlina di circa il 12%. C’è da dire comunque che la procedura di uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea non sarebbe immediata, ma prenderebbe del tempo.
“È molto difficile prevedere l’impatto del voto britannico”, ha detto ieri Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, al Parlamento europeo. In qualunque caso, “sono stati fatti tutti i preparativi necessari” e l’istituto con sede a Francoforte è “pronto fronteggiare tutte le possibili eventualità”. Sempre ieri il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha giudicato una Brexit come un “atto di auto-mutilazione” per gli inglesi. Sulla questione è intervenuta anche la governatrice della Federal Reserve, Janet Yellen, che al suo intervento al Senato ha fatto sapere che monitoreranno da vicino le conseguenze. La Brexit potrebbe avere “significative ripercussioni” che, in un contesto caratterizzato da “vulnerabilità a livello globale”, potrebbe rappresentare “un rischio per la stabilità finanziaria”.