Brexit rinviata ad Halloween, commento UK: ecco perchè non lasceremo mai l’Ue
Nuova data per il divorzio del Regno Unito dall’Ue: 31 ottobre, giorno in cui si celebra la festività di Halloween. La premier britannica Theresa May riesce a strappare all’Ue l’ennesimo sì al rinvio della data Brexit, ma nella riunione di emergenza del Consiglio europeo, esplode il caso Macron.
L’irritazione crescente del presidente francese nei confronti del caos Brexit, evidente da un bel po’, non è stata smentita nella giornata di ieri. Tutt’altro: quello che è emerso è stato un Emmanuel Macron solo contro tutti, “isolato”, come ha scritto il quotidiano britannico Guardian.
Macron ha irritato infatti i suoi colleghi, con il suo tentativo di bloccare una lunga estensione dell’Articolo 50 di 9-12 mesi, che inizialmente era stata l’opzione preferita del Consiglio.
L’irritazione, riporta il Guardian, è stata tale che il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker a un certo punto è sbottato, affermando che l’opposizione di Macron ha significato che “siamo qui soltanto per risolvere i problemi interni alla Francia”. I funzionari tedeschi si sono detti, inoltre, “molto irritati” con Macron.
Ma il presidente francese ha ripetuto che nulla è scontato e che, anzi, la soluzione di un no-deal Brexit sarebbe preferibile a qualsiasi opzione dovesse ostacolare il funzionamento efficiente delle istituzioni europee.
“Non vogliamo importare in Ue la crisi politica britannica“, ha aggiunto un funzionario dell’Eliseo.
Il pensiero di Macron sulla Brexit è tutto riassunto in un tweet che il presidente ha postato: “la cosa essenziale è che non ci deve essere nulla che comprometta il progetto europeo. Abbiamo un Rinascimento europeo da portare avanti, a cui credo molto profondamente, e non voglio che la questione della Brexit ci blocchi a questo punto”.
Ma cosa è stato deciso esattamente ieri? Intanto, i leader europei e la stessa premier Theresa May si sono trovati d’accordo sull’opzione Flextension. Questo significa che, anche se è stata fissata una data, il divorzio potrà essere anticipato se il Withdrawal Agreement – l’accordo siglato tra May e Bruxelles lo scorso novembre – sarà finalmente ratificato da Westminster, che lo ha già bocciato ben tre volte.
L’estensione accordata è stata di sei mesi, al 31 ottobre. I social si sono già scatenati, facendo battute sul fatto che la nuova data Brexit cade lo stesso giorno della festa di Halloween. Il Telegraph e non solo, ha usato il termine Halloween per farci il titolo, facendo un gioco di parole:
‘Hallowe’en not widely celebrated across EU’: How Europe reacted to six-month Brexit delay
Anche il Guardian fa riferimento alla festività di Halloween.
Thursday briefing: Brexit could haunt UK until Halloween https://t.co/CKDAyw5HOD
— The Guardian (@guardian) April 11, 2019
Why is our government trying to ruin Halloween?!? …that is the last straw! pic.twitter.com/XsvH880UcG
— Alicia Bray-Whitworth ✍️ (@AliciaWhitworth) April 11, 2019
Mentre sullo sfondo, è interessante l’editoriale pubblicato sull’Independent, riassunto tutto nel titolo: Opinion: The Halloween Brexit extension confirms it – we are never leaving the EU. “Opinione: l’estensione della Brexit fino a Halloween conferma: non lasceremo mai l’Ue”.
“La seconda estensione alla data sulla Brexit decisa dai leader Ue la scorsa notte rende probabile il fatto che non lasceremo mai l’Unione europea – scrive l’autore dell’editoriale John Rentoul, Ci sono due domande sulla nuova deadline fissata al 31 ottobre. Riuscirà la Camera dei Comuni a raggiungere un’intesa entro quella data? La risposta è: probabilmente no. La seconda domanda è la seguente: “l’Ue accorderà una ulteriore estensione dopo Halloween? La risposta è: probabilmente sì.
Rentoul non si fida dell’apparente determinazione del presidente francese Emmanuel Macron a definire la situazione il prima possibile. A suo avviso, il presidente francese potrà anche affannarsi, ma ciò che è accaduto la scorsa notte non depone proprio a suo favore, visto che è stato alla fine persuaso ad appoggiare uhn’estensione che, per quanto non di 9-12 mesi, è stata comunque lunga (sei mesi)”.
E la stessa cosa avverrà la prossima volta- scrive Rentoul – Anche perchè Bruxelles, per diversi motivi, non vuole essere giudicata come la controparte che ha costretto il paese a un no-deal Brexit. Non ultimo, tra i motivi, il danno economico che soffrirebbe l’Irlanda, verso cui tutti i paesi membri hanno mostrato solidarietà eterna”.
Opinion: The Halloween Brexit extension confirms it – we are never leaving the EU https://t.co/3qwfjxrx6j
— The Independent (@Independent) April 11, 2019
I tweet ironici e di scherno si susseguono, come il seguente, corredato di un’immagina più indicativa che rappresenta la premier Theresa May e l’ex sindaco di Londra, il Brexiter Boris Johnson, nella notte di Halloween, versione zombie-morti viventi.
#bbcbreakfast Happy Halloween Brexit #trickortreaty pic.twitter.com/4rWbyQk3OE
— The Laird McDermott (@BCollier2012) April 11, 2019
E non poteva mancare un nuovo termine Brexit: è #Brexorcist, ovvero: “Quando una intera nazione diventa posseduta”..
Halloween Brexit x May x Fixed Term Parliaments Act means we really are stuck with a zombie government. pic.twitter.com/nlOBOLdqqC
— Helen Dale (@_HelenDale) April 11, 2019
Il Consiglio europeo ha comunque optato per la Flextension, nuovo termine entrato a far parte del vocabolario della Brexit, ovvero per una estensione flessibile. I leader europei hanno precisato infatti che il Regno Unito potrà lasciare l’Unione anche prima del 31 ottobre, nel caso in cui il Parlamento dovesse riuscire a ratificare il Withdrawal Agreement.
A giugno verrà fatto il punto della situazione, in occasione del summit europeo previsto per il 20-21 del mese.
Tra le condizioni imposte al Regno Unito dall’Europa, quella dell’obbligo di partecipare alle elezioni europee che si terranno alla fine di maggio. Nel caso in cui non volesse partecipare, il paese sarà costretto a lasciare l’Ue il 1° giugno, anche in assenza di un via libera del Parlamento al Withdrawal Agreement (dunque lascerà con un no-deal Brexit o Hard Brexit).
In tutto questo, non è mancato il rimbrotto del presidente americano Donald Trump a Bruxelles, sia per come l’Europa si comporta nell’arena del commercio, che per come sta trattando gli UK e gestendo la Brexit.