Notizie Notizie Mondo Brexit, Consiglio Ue orientato a lungo rinvio Art. 50. Ma Macron chiede a UK rinuncia a seggio commissione europea

Brexit, Consiglio Ue orientato a lungo rinvio Art. 50. Ma Macron chiede a UK rinuncia a seggio commissione europea

10 Aprile 2019 14:05

Il Consiglio europeo capitanato da Donald Tusk dovrebbe concedere una ulteriore estensione dell’Articolo 50 al Regno Unito, dopo la riunione di emergenza sulla Brexit indetta per la giornata di oggi. Non senza, tuttavia, dure condizioni, pretese soprattutto dalla Francia di Emmanuel Macron. Stando ad alcuni rumor riportati dal Guardian, questa sera il presidente francese chiederà al Consiglio europeo di escludere, nella prossima Commissione europea, la nomina di un commissario UK o di un incarico rilevante per il Regno Unito.

Questo significa che, anche partecipando alle elezioni europee, gli UK non disporrebbero di nessun commissario britannico nella prossima Commissione. Ergo: Londra non sarebbe più rappresentata proprio all’interno dell’organo che detiene i poteri decisionali sul futuro del blocco europeo: si tratterebbe della prima volta dal 1973.

Dalle fonti, emerge che il Consiglio europeo sarebbe pronto a sostenere la proposta di Emmanuel Macron e dunque, sostanzialmente, di downgradare la presenza del Regno Unito in Europa.

Così un diplomatico senior dell’Ue: “La commissione presenterà questa domanda: si tratta di una richiesta logica”. Per ora nessun commento è stato rilasciato da fonti francesi.

“Ci sono diversi strumenti legali per impedire la presenza di un commissario (in questo caso britannico) – ha spiegato il diplomatico, lasciando intendere che uno di questi potrebbe essere rappresentato dalla decisione del governo di non presentare alcuna nomina per il seggio.

“La questione della non partecipazione – ha detto infatti la fonte – potrebbe dipendere anche dal governo britannico”.

Il Consiglio europeo dovrebbe approvare la richiesta di un ennesimo rinvio della data Brexit (occhio all’outlook di Goldman Sachs) . Il primo è avvenuto spostando la data del divorzio dal 29 marzo al 12 aprile.

Questo non significa che i leader europei diranno di sì alla richiesta che la premier Theresa May ha scritto nero su bianco nella lettera inviata a Donald Tusk: ovvero, quella di un’estensione dell’Articolo 50 fino al 30 giugno. Il rinvio sarebbe considerato di fatto, troppo breve. Il Guardian riporta però come il Consiglio sia comunque diviso, tra chi è a favore di un rinvio della data Brexit fino al 31 dicembre del 2019 e chi ritiene che sarebbe meglio rimandare tutto al marzo del 2020.

Secondo le fonti sentite dal Guardian, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker sarebbe favorevole a un’estensione fino al 2020. Dal canto suo la Francia rimane severa nei confronti del Regno Unito, criticando una qualsiasi estensione della data sulla Brexit che avvenisse in assenza di un chiaro piano britannico, volto a smorzare l’impasse che va avanti da troppo tempo.

Per Macron, la crisi del Regno Unuito non dovrebbe finire insomma con il prendere in ostaggio il blocco europeo.

Che la Francia di Emmanuel Macron non ne potesse più della saga Brexit, era chiaro ormai da settimane.

Così il ministro francese degli Affari esteri Jean-Yves Le Drian aveva spiegato di recente la posizione del presidente:

“Non possiamo vivere un processo sulla Brexit infinito. Sia il governo che il Parlamento UK devono comprendere che l’Unione europea non può sprecare per sempre il suo tempo, sopportando i capricci della politica interna del Regno Unito”.

Già lo scorso 14 marzo, il presidente francese aveva avvertito che il Withdrawal Agreement, l’accordo di ritiro del Regno Unito dal blocco europeo, che la premier May ha siglato con Bruxelles sui termini del divorzio lo scorso novembre – accordo reduce da tre sonore bocciature da Westminster – “non era negoziabile”.

Ancora prima, a febbraio, Macron non aveva mancato di esprimere la propria insofferenza nei confronti della saga Brexit, affermando come fosse arrivato ormai il momento, per i leader britannici, di prendere una decisione su come intendessero concretizzare l’addio degli UK dall’Ue.

In quell’occasione, Macron aveva fatto anche notare che una eventuale proposta di un’estensione dell’Articolo 50 “avrebbe potuto essere accettata solo se a fronte di un chiaro obiettivo” (la proposta è stata poi accolta, con il Consiglio europeo che ha spostato per l’appunto la data sulla Brexit dal 29 marzo al 12 aprile). Si era parlato anche della possibilità che la Francia esercitasse il suo diritto di veto contro la richiesta dell’estensione dell’Articolo 50.

La Francia ha chiuso infine un occhio, allineandosi alla decisione degli altri paesi Ue di concedere un primo rinvio della data di divorzio. Ma ora ne avrebbe abbastanza.