Brexit, divorzio ufficiale in data 29 marzo? Non ci crede neanche Ue, ipotesi slittamento a luglio o oltre
Divorzio UK-Ue sempre più improbabile in data 29 marzo 2019. La Brexit sembra fare sempre più fatica a diventare realtà, e l’ira di chi in quel 23 giugno del 2016 si è recato alle urne sperando in un nuovo Regno Unito è sempre più evidente. Dopo le indiscrezioni shock riportate la scorsa settimana dallo Standard Evening, arriva l’articolo del Guardian, che rivela come, a essere sempre più scettici sulla data di uscita degli UK dal blocco europeo, sia la stessa Bruxelles. Tanto che già si parla della possibilità di far slittare il giorno X della Brexit a luglio.
Tutto dipenderà da domani, altra data campale perché il percorso per il divorzio vada avanti: domani, martedì 15 gennaio, i parlamentari britannici si esprimeranno infatti sull’accordo sulla Brexit che è stato siglato tra la premier britannica Theresa May e l’Unione europea. Accordo che rischia di essere rimandato al mittente e, secondo i più pessimisti, di innescare anche una grave crisi politica, le dimissioni di May e nuove elezioni.
Magari, come auspicano i sostenitori del Remain incluso il finanziere e filantropo George Soros, un secondo referendum sulla Brexit.
Molti sono i contrari all’intesa e molte previsioni vedono già la proposta affossata al Parlamento.
E così un funzionario Ue nello specifico ha rivelato al Guardian che, “nel caso in cui la premier (May) dovesse sopravvivere (al voto) e informarci sulla necessità di disporre di più tempo per assicurarsi il sostegno del Parlamento, (al Regno Unito) sarà offerta una estensione tecnica fino a luglio“.
Ciò avverrà, una volta che gli UK ne avranno fatta richiesta, attraverso una riunione del Consiglio europeo che sarà convocata dal presidente Donald Tusk. In particolare, il summit speciale dei leader europei volto a posticipare la data della Brexit verrebbe deciso da Tusk una volta ricevuta la richiesta di Londra di estendere l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona.
Il quotidiano UK parla di una estensione “tecnica” a luglio. Una estensione ancora più lunga potrebbe essere accordata nel caso in cui il caos politico del Regno Unito fosse tale da rendere necessarie nuove elezioni politiche o un secondo referendum. Tuttavia, le elezioni europee di maggio indubbiamente creerebbero più di una complicazione.
Dal canto suo, nella speranza di convincere alcuni parlamentari britannici a dare il loro consenso alla proposta di Theresa May, la Commissione europea pubblicherà oggi una lettera in cui darà rassicurazioni sullo status temporaneo del backstock irlandese.
Ma, oltre alle indiscrezioni riportate dall’Evening Standard, negli ultimi giorni si sono messe in evidenza anche le dichiarazioni di un ministro che aveva paventato addirittura la cancellazione della Brexit.
Intanto Sky News riporta alcune indiscrezioni, secondo cui May proferirà un discorso alla Camera dei Comuni oggi pomeriggio, alla vigilia del voto cruciale di domani. Il tempo stringe, e la Brexit vera e concreta sembra sempre più lontana, invece di apparire più vicina.