Braccio di ferro Enel-Terna al rush finale, a giorni la decisione del Governo
Il Governo scende in campo per risolvere lo spinoso braccio di ferro tra Enel e Terna. Il prossimo Consiglio dei ministri, convocato per il 31 maggio, deciderà se il gruppo guidato da Flavio Cattaneo potrà o meno costruire sistemi di accumulo dell’energia elettrica per le fonti rinnovabili. Terna sostiene da tempo che non farà mai produzione ma si limiterà alla progettazione e costruzione. L’ipotesi ha però trovato l’opposizione molto dura di Enel che, spalleggiata da Assoelettrica, è decisamente contraria al fatto che Terna possa costruire e gestire questi impianti. “La decisione finale potrebbe essere quella di mettere all’asta la costruzione di questi impianti e nel caso l’asta vada deserta, Terna sarebbe chiamata a costruire questi impianti”, spiega Equita nella nota odierna.
La decisione è molto delicata perché in ballo ci sono 1 miliardo di euro di investimenti entro il 2015 che Terna ha annunciato proprio in queste attività. La società è pronta a difendere i suoi investimenti anche attraverso azioni legali, mentre il colosso guidato da Fulvio Conti avrebbe dichiarato che potrebbe rivolgersi al Consiglio Europeo per fermare gli investimenti di Terna in batterie e pompaggi. “La modifica della concessione sarebbe negativa per il titolo Terna in quanto ridurrebbe le opzioni per investimenti non tradizionali, strategici per il gruppo per generare plusvalenze e extra dividendi, come avvenuto con Rete Rinnovabile (206 milioni di euro di capital gain e 2 centesimi di extra cedola)”, ha sottolineato Equita la scorsa settimana.
Ancora pochi giorni è la querelle dovrebbe forse essere risolta, visto che ha creato non poco imbarazzo ai piani alti del Ministero dell’Economia, azionista di maggioranza sia di Enel (direttamente) che di Terna (attraverso la Cassa Depositi e Prestiti). Ma le due società sono finite anche sotto la lente di Standard & Poor’s che nel fine settimana ha tagliato l’outlook sull’Italia da stabile a negativo. La stessa mossa è stata applicata sulle prospettive di Terna, in linea con la politica dell’agenzia per quanto riguarda le società controllate dai Governi. S&P ha confermato il rating del trasportatore di Energia ad A+/A-.
Anche per Enel l’outlook è stato rivisto a negativo, ma il colosso elettrico ha ribadito che si tratta di un evento obbligatorio essendo Enel un “government related entity”. L’agenzia di valutazione confermerebbe il miglioramento della posizione di Enel e il possibile miglioramento dell’outlook alla prossima revisione. A Piazza Affari i due titoli non risentono più di tanto del giudizio di Standard & Poor’s: Enel mostra un progresso dello 0,26% a 4,66 euro, mentre Terna guadagna lo 0,30% a 3,358 euro.