Bpm si sgonfia in Borsa, sfumata (per ora) l’ipotesi di un cavaliere bianco?
Venerdì il gran balzo del 12%, oggi il tonfo di circa 9 punti percentuali (a 1,60 euro). Una performance da ottovolante che ha caratterizzato le ultime due sedute borsistiche della Popolare di Milano. Il mercato, sul finire della scorsa settimana, aveva iniziato a fiutare l’avvento di un cavaliere bianco a piazza Meda. Due i nomi circolati: la Banca Popolare dell’Emilia Romagna e BNP Paribas. La Bpm aveva smentito già venerdì, su richiesta della Consob, la presunta offerta del colosso francese, mentre questa mattina Bper ha dichiarato di non avere allo studio “operazioni di carattere straordinario con la Popolare di Milano”.
Il tutto alla vigilia di un appuntamento cruciale: il 25 giugno, infatti, l’assemblea straordinaria della banca milanese dovrà dare il via libera all’aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro. La ricapitalizzazione dovrebbe partire a settembre e non si preannuncia una passeggiata: Bpm capitalizza in Borsa meno di 700 milioni di euro e le nuove azioni emesse saranno circa tre volte di più di quelle attualmente in circolazione. Solo a quel punto, e con il rischio di un eventuale inoptato, il mercato potrebbe assistere all’ingresso di nuovi soci.
“Non crediamo che Bpm possa essere oggetto di un takeover da parte di banche commerciali in quanto vorrebbe dire spopolarizzare la banca – scrive Intermonte nella nota odierna – ipotesi ancora più difficile in una banca popolare come la Milano dove il peso dei dipendenti è così forte”. La banca, quindi, dovrà prima affrontare l’assemblea del 25 giugno e il piano di ricapitalizzazione “per poi ipotizzare scenari di M&A che nel caso dovrebbero coinvolgere altre banche popolari”. Un altro tema caldo che verrà affrontato in assemblea sarà quindi l’innalzamento delle deleghe assembleari, caldeggiato da Bankitalia, da tre a cinque. Gli Amici della Bpm, associazione che raggruppa gli azionisti-dipendenti, sarebbe pronta a schierarsi contro questo punto alimentando la tensione in assemblea.
L’idea di un matrimonio tra Bpm e Bper era stata lanciata giovedì scorso da Equita. Dopo aver analizzato l’impatto di una fusione con Banco Popolare, Ubi Banca e Banca Popolare dell’Emilia Romagna, la sim milanese era arrivata a ipotizzare che “la Bper è la principale candidata alla fusione con Bpm in quanto, con una partecipazione all’assemblea di oltre 30 mila soci, potrebbe definitivamente relegare i soci in minoranza”. Inoltre, spiegava il broker per rafforzare la sua tesi, “in un deal con Bper, gli azionisti di piazza Meda avrebbero inoltre il maggior impatto positivo e l’operazione avrebbe molto senso anche dal punto di vista industriale per entrambe le banche”.