Bpm: oggi il Cda darà l’ok al piano industriale, tappa importante prima dell’aumento
La Banca Popolare di Milano si appresta a varare il nuovo piano industriale. Oggi, infatti, il Consiglio di amministrazione dell’istituto di piazza Meda si riunirà per definire le linee strategiche che guideranno la banca durante i prossimi quattro anni. Secondo indiscrezioni di stampa, la banca milanese si concentrerà sul miglioramento dell’efficienza, il contenimento dei costi e l’incremento della redditività. Il tutto sarà supportato da una razionalizzazione delle controllate: praticamente già definita la fusione tra la Banca di Legnano e la Cassa di Risparmio di Alessandria, mentre resta ancora da definire il futuro della Banca Popolare di Mantova.
Il nuovo piano industriale verrà supportato dall’aumento di capitale fino a 1,2 miliardi di euro, approvato a fine giugno dall’assemblea della Bpm. Una ricapitalizzazione che si preannuncia impegnativa, visto che ai prezzi attuali andrà a raddoppiare la market cap della Popolare di Milano (ieri a 615 milioni di euro). Gli ultimi aumenti di capitale varati dalle principali banche italiane hanno registrato uno sconto sul TERP tra il 22% e il 24%. La ricapitalizzazione dovrebbe quindi partire in autunno. “A novembre attendiamo l’aumento della Bpm”, aveva dichiarato la scorsa settimana il governatore di Bankitalia, Mario Draghi.
A stretto giro era arrivata la risposta del presidente di piazza Meda, Massimo Ponzellini: “Il Cda previsto per fine agosto determinerà l’ammontare esatto e i tempi, che sicuramente saranno quelli previsti da Banca d’Italia”. Prima del board di fine agosto, che dovrà approvare anche i conti del primo semestre, in calendario è previsto un Cda per il prossimo 26 luglio, che secondo indiscrezioni di stampa si occuperà soprattutto di problemi relativi all’organizzazione interna.
Nei prossimi giorni, infine, la banca milanese dovrà sostituire nel board Franco Debenedetti, consigliere dell’istituto di piazza Meda dimessosi dopo l’assemblea straordinaria, che oltre ad approvare l’aumento di capitale aveva anche bocciato la proposta di aumentare le deleghe assembleari. “Quello che mi ha impressionato è stato vedere 3.800 mani alzate per approvare un aumento di capitale di quelle dimensioni, due volte la capitalizzazione di Borsa della banca, che richiederà in media 6.100 euro a testa ai soci se non vorranno diluirsi”, aveva scritto Debenedetti in una missiva riportata dal Sole 24 Ore.