Bpm: le paure sull’aumento spingono il titolo ai minimi storici, tonfo in Borsa di Mps
La pioggia di vendite sulle banche italiane batte forte da Milano a Siena. Il day after del Cda caldo tenutosi in piazza Meda non è dei migliori: il titolo della Popolare di Milano ha toccato questa mattina un nuovo minimo storico a 1,64 euro. La Borsa ha scelto quindi di credere alle indiscrezioni di stampa e non alla risposta dell’istituto milanese, secondo cui “il bilancio annuale 2010 e la prima trimestrale 2011 riflettono già le osservazioni dell’organo di vigilanza”. Ma andiamo con ordine. Ieri il board della Bpm ha preparato le risposte alle osservazioni dell’ispezione di Bankitalia e il documento definitivo sarà inviato venerdì prossimo in via Nazionale. Sempre ieri mattina però un articolo de La Repubblica riportava che l’ispezione di Banca d’Italia avrebbe fatto emergere maggiori crediti problematici per oltre 1 miliardo di euro che, ragiona Intermonte, “potrebbero portare a maggiori accantonamenti su crediti per circa 150 milioni di euro, il che vorrebbe dire che l’utile da noi atteso per il 2011 (140 milioni) sarebbe a forte rischio azzeramento”.
Ma non è tutto. L’articolo parlava anche di un’esposizione di 500 milioni di euro verso il gruppo Ligresti e del rilievo di Bankitalia circa un ridotto ricorso alle garanzie e alle analisi di merito creditizio nei confronti di alcuni clienti large corporate come Impregilo, Ferroli, Techint e Metinvest. Inoltre circa 24 milioni di euro di crediti verso alcune società sarebbero stati erogati grazie all’intervento del presidente Ponzellini nonostante il parere negativo dell’Ufficio Crediti. Insomma un gran polverone prima del prossimo cruciale appuntamento del 25 giungo, quando l’assemblea straordinaria dovrà incrementare il numero di deleghe da tre a cinque, abbassare lo strike del convertendo (da 6 a 2,7 euro) e delegare al Cda la possibilità di aumentare il capitale fino ad un massimo di 1,2 miliardi di euro.
A questo punto i timori si concentrano soprattutto su una ricapitalizzazione che non si preannuncia come una passeggiata. Gli analisti di Banca Leonardo, che hanno confermato la raccomandazione sell (vendere) sul titolo Bpm, spiegano che la nuova bufera rischia di rendere più problematica la riuscita dell’aumento di capitale da 1,2 miliardi di euro. Per l’istituto di piazza Meda si tratterebbe comunque di una maxi ricapitalizzazione, visto che ieri il valore dell’intera banca era di poco superiore ai 700 milioni di euro. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il management sarebbe al lavoro per cercare di organizzare un consorzio di garanzia più robusto del solido perché il rischio di parziale inoptato è abbastanza elevato.
Le vendite più consistenti si concentrano oggi sul Monte dei Paschi, che a Piazza Affari mostra un tonfo di oltre 5 punti percentuali a 0,735 euro. La banca senese ha rivisto al rialzo il prezzo di acquisto dei titoli Fresh 2003, nel contesto degli accordi con Mediobanca, dal 44% al 50% del loro valore nominale. L’ammontare in circolazione è di circa 470 milioni di euro, di cui metà in mano alla Fondazione Mps, principale azionista dell’istituto di Rocca Salimbeni. “Abbiamo quindi ridotto il capital gain che Mps dovrebbe registrare sul riacquisto da 193 milioni a 172 milioni di euro”, spiegano gli analisti di Equita nella nota odierna raccolta da Finanza.com. A pesare sul titolo anche le indiscrezioni della scorsa settimana, secondo cui il piazzamento del 6,6% di Mps (450 milioni di titoli) da parte della Fondazione non avrebbe avuto successo. In sostanza Goldman Sachs, che ha curato l’operazione, non sarebbe riuscita a piazzare l’intero pacchetto e quindi sarebbe rimasta con una quota del 5% del capitale. “A questo punto Goldman deterrebbe circa 340 milioni di titoli (corrispondenti a circa 15 giorni di trading) che è ragionevole immaginare verranno venduti sul mercato prima della partenza dell’aumento di capitale – ragionavano gli esperti della sim milanese -. Questa situazione crea un ovvio e ulteriore overhang sul titolo”.