Notizie Notizie Italia Bper-Bpm verso un matrimonio tra pari

Bper-Bpm verso un matrimonio tra pari

15 Febbraio 2007 12:06

Fusione in vista anche per Banca Popolare di Milano e Banca Popolare dell’Emilia Romagna, le due uniche banche italiane di medie dimensioni non interessate dal recente processo aggregativo nel settore. E’ questa l’ipotesi apparsa quest’oggi sulla stampa finanziaria italiana, secondo cui i due istituti avrebbero in corso contatti per un’aggregazione già da un paio di mesi e nelle ultime settimane le trattative avrebbero subito un’accelerazione. Una fusione come quella prospettata porterebbe alla nascita del sesto-settimo polo bancario italiano, con una diffusione di circa 1800 sportelli sul territorio nazionale.


Il mercato ha tuttavia risposto tiepidamente all’indiscrezione, riservando ai due titoli coinvolti rialzi moderati. Bpm avanza infatti dell’1,5%, mentre per Bper il progresso è inferiore al punto percentuale. Questo nonostante il giudizio positivo di larga parte degli analisti, convinti che un tassello fondamentale di tale accordo sia l’assenza di sovrapposizioni territoriali. Ha pesato da un lato l’acqua sul fuoco gettata da un portavoce di Bpm, che ha detto che la banca ha “contatti con tutte le banche, fra cui anche la Bper”. Una spiegazione convincente la danno anche gli analisti di Rasbank nella loro nota giornaliera in cui si legge che “se da un lato è positivo che Bpm cerchi di aumentare la propria scala dimensionale e lo faccia con un gruppo di dimensioni abbastanza simili alle sue, dall’altro, però, verrebbe meno la scommessa di quella parte del mercato che aveva puntato su Bpm come potenziale preda di gruppi di maggiori dimensioni che avrebbero potuto pagare un premio anche significativo sulle attuali quotazioni”.


Maggiormente positiva la visione di Euromobiliare, che dall’operazione stima sinergie lorde di 310 milioni di euro di cui 170 milioni da costi e 140 milioni da ricavi. Sulla base di un concambio ipotizzato di 1,35 azioni Bpm più 2,8 euro in contanti, la Sim prevede che la nuova entità tratterebbe 10,7 volte il rapporto prezzi utili del 2009 rispetto alle 8,7 volte di Bpvn-Bpi e le 10,7 volte di Bpu-Banca Lombarda.
Bper ha 1163 sportelli, contro i 705 di Popolare Milano, ed ha una capitalizzazione di mercato di poco inferiore a 5 miliardi di euro, molto vicina a quella di Bpm, che è di quasi 5,3 miliardi. Bper ha chiuso i primi nove mesi del 2006 con un utile netto di circa 245 milioni, impieghi alla clientela per 30 miliardi ed una raccolta diretta di circa 35 miliardi. Sempre al 30 settembre Bpm ha registrato un utile netto di 345 milioni, con impieghi per 26 miliardi circa ed una raccolta diretta di quasi 31 miliardi.


Un fronte di rilievo per il quale non si hanno indicazioni, è quello della governance, con la scelta tra un  modello federale che potrebbe essere aperto anche ad altri partner (la stampa fa riferimento a Bpi nel caso dovesse saltare l’ipotesi di fusione con Bpvn) oppure una governance duale, recentemente molto di moda e adottato anche da Intesa-Sanpaolo.


Già oggi il presidente di Popolare Milano, Roberto Mazzotta, potrebbe riferire sul corso delle negoziazioni davanti all’assemblea straordinaria chiamata a ratificare la modifica dell’articolo dello statuto relativo all’assegnazione del 20% dell’utile distribuibile della capogruppo ai dipendenti.

 

(notizia aggiornata alle ore 14.20)