Bper affonda in borsa dopo conti. Moody’s su Carige: rischia il default
Tonfo di Bper in borsa dopo la pubblicazione dei conti. Conti che non avevano convinto proprio tutti se si considera che, in vista della loro diffusione, Banca Akros aveva annunciato un downgrade sul titolo da “accumulate” a “neutral” con target price a 4,7 euro. Banca Akros aveva motivato il taglio del rating proprio con lo scetticismo circa i dati del secondo trimestre. Il titolo Bper affonda di oltre il 5% a 4,368 euro circa, mentre Moody’s bastona Carige, parlando chiaramente del rischio che la banca finisca in risoluzione.
L’istituto di credito genovese affronta diverse questioni: oltre al nodo della governance, proprio ieri il cda ha risposto alla lettera della Bce dello scorso 20 luglio (Leggi lettera di fuoco Bce), con cui la banca centrale europea aveva bocciato il capital conservation plan del gruppo, pretendendo un nuovo piano entro il prossimo 20 novembre e misure incisive per ridurre il rischio. Il giudizio di Moody’s è da brivido, non solo per Carige ma per l’intero sistema bancario: per l’agenzia di rating, che oltre al downgrade, ha anche messo sotto osservazione il rating per ulteriori possibili downgrade, i rischi che la banca venga messa in risoluzione sono aumentati. Ma c’è anche un altro motivo: “i rating sono stati rivisti al ribasso alla luce delle recenti tensioni di governance che, secondo Moody’s, rappresentano un impedimento a una ristrutturazione efficare dell’istituto”.
D’altronde, le dimissioni del vice presidente e maggiore azionista Vittorio Malacalza hanno accelerato la crisi dell’istituto.
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“Tra il mese di giugno e l’agosto del 2018 – si legge nella nota – si sono dimessi il presidente di Carige e diversi membri del cda (di cui l’ultima è Ilaria Queirolo, e a luglio l’azionario di minoranza POP 12 ha richiesto una riunione degli azionuisti per mandare via l’intero board della banca. Secondo Moody’s, questi sviluppi aumentano l’incertezza sulla capacità della banca di ristrutturarsi” e dunque di lanciare operazioni che “includono la vendita degli asset, il rafforzamento del capitale, l’emissione di obbligazioni, e il lancio di una vendita o di una fusione”.
Moody’s ha di conseguenza tagliato il rating di base (baseline credit assessment BCA) di Carige a Caa2 da Caa1), il rating a lungo termine a Caa3 da Caa2 e il rating sui depositi a lungo termine a Caa1 da B3.
Carige ha risposto alla nota di Moody’s emettendo essa stessa un comunicato in cui si legge che il cda, “pur non condividendone le motivazioni, ha preso atto del downgrade e del contenuto del comunicato emesso dall’agenzia Moody’s”, ricordando soprattutto, «con riferimento all’affermazione inerente la possibile messa in risoluzione della banca in conseguenza delle problematiche di governance e della mancata approvazione del Piano di conservazione del Capitale”, che “la proposta di decisione, notificata dalla Bce il 20 luglio 2018 , non contiene riferimenti a una eventuale risoluzione”. Comunque, “il Cda si riserva di assumere ogni opportuna iniziativa a tutela propria e di tutti gli stakeholder”.
Tornando ai risultati di Bper Banca, in realtà la redditività della banca è cresciuta. Dal bilancio del primo semestre del 2018, emerge infatti un risultato netto quasi triplicato rispetto ai primi sei mesi del 2017.
L’utile netto di pertinenza della capogruppo si è attestato di fatto a 307,9 milioni di euro, quasi tre volte tanto i 119,1 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno (+158,6%). Stabile il margine di interesse a 573,5 milioni di euro, rispetto ai 570,1 milioni dello stesso periodo 2017).
Riguardo ai risultati del secondo trimestre il dato è stato pari a 280,3 milioni, in flessione rispetto ai 293,2 milioni del primo trimestre dell’anno a causa, come si legge nel comunicato, “dell’effetto di riclassificazione Ifrs9 e del minore apporto del margine finanziario’. Questo numero si è confermato inoltre, seppur in misura lieve, inferiore alle stime degli analisti.
E mentre i vertici di Bper si stanno focalizzando sul piano industriale, che riceverà l’ok dopo l’estate, il numero uno Alessandro Vandelli ha precisato che l’impegno sullo smobilizzo dei crediti deteriorati (NPL) va avanti:
“In coerenza con gli obiettivi di riduzione dello stock pianificato per quest’anno proseguono secondo le attese le attività relative alla seconda cartolarizzazione su crediti in sofferenza del gruppo per circa 2 miliardi che dovrebbe essere finalizzata entro la fine dell’anno”.