Borse Ue in rosso, a Piazza Affari Ftse Mib sotto 23.000 punti. Crolla Shanghai (-8,5%)
Le Borse europee iniziano la settimana con il piede sbagliato dopo il crollo della piazza finanziaria cinese e l’ulteriore scivolone delle materie prime. Piazza Affari non fa eccezione: l’indice Ftse Mib mostra infatti un ribasso di oltre 2 punti percentuali sotto la soglia psicologica dei 23.000 punti. Sul listino milanese le vendite sono generalizzate ma colpiscono in modo particolare i titoli del comparto finanziario, anche se lo spread Btp-Bund non ha registrato scossoni e viaggia in stabile in area 120 punti base. In rosso anche gli altri listini del Vecchio Continente: a Francoforte il Dax cede il 2,30%, a Parigi il Cac 40 arretra del 2,20%, a Madrid l’Ibex 35 lascia sul parterre l’1,20 per cento.
A innescare le vendite è stato il crollo della Borsa di Shanghai dopo il dato, diffuso dal Dipartimento di Statistica di Pechino, sui profitti industriali cinesi che a giugno hanno mostrato una flessione dello 0,3% dopo la crescita dei mesi precedenti: a maggio, infatti gli utili delle industrie del Paese asiatico erano aumentati dello 0,6%, mentre ad aprile il rialzo era stato pari al 2,6 per cento. Il dato ha alimentato i timori di un rallentamento dell’economia del gigante asiatico e ha fatto scattare il sell-off sulla Borsa di Shanghai dove l’indice Composite ha chiuso con un tonfo di circa 8,5 punti percentuali a 3.725 punti. Si tratta della peggiore seduta dal febbraio 2007.
I mercati, verso metà mattina, hanno invece snobbato le buone indicazioni a dall’indice Ifo tedesco, che misura la fiducia delle imprese tedesche. L’indice a giugno è salito a 108 punti dai 107,5 punti precedenti, oltre le attese degli analisti che indicavano un dato pari a 107,2 punti.
L’altro fattore destabilizzante sui mercati è il proseguimento del sell-off sulle materie prime: il Bloomberg Commodity Index, uno dei benchmark più utilizzati per misurare l’andamento delle materie prime, ha aggiornato i minimi degli ultimi tredici anni. Prosegue la discesa del petrolio con il Wti che a New York arretra di circa 1,5 punti percentuali, mentre l’oro tenta un mini rimbalzo rimanendo comunque sui livelli più bassi dal 2010.