Quello che sarà ricordato come il guru della più forte crisi finanziaria dagli anni ’30 ci riprova. Nouriel Roubini, l’economista che aveva previsto l’attuale crisi già nel 2006, ha lanciato un nuovo sasso nello stagno: le Borse sono a rischio chiusura per una settimana o più. Lo ha riportato Bloomberg citando le parole pronunciate dall’economista durante una conferenza tenutasi a Londra, ma l’ipotesi di chiusura dei mercati era già stata espressa, prima di una smentita, anche dal presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, lo scorso 10 ottobre.
Fattore scatenante di un intervento senza precedenti delle autorità sarebbe una nuova ondata di panic selling che secondo Roubini potrebbe arrivare a coinvolgere anche gli hedge fund. Tanto da portare, è opinione dell’economista, a un’impennata nei fallimenti di quelli che il legislatore italiano ha chiamato fondi speculativi. Una previsione per la verità non nuova. In una conferenza organizzata a Milano il mese scorso, Luca Bertacchi, direttore commerciale di Pioneer Alternative Investment Management, avevadetto di attendersi per quest’anno una “selezione darwiniana” all’interno dell’industria mondiale degli hedge fund, con la permanenza del mercato solo dei migliori operatori. “Quello che sta avvenendo – aveva detto ancora – è un cambiamento importantissimo, non ancora del tutto percepito. Tutti i settori soffriranno e qualcuno tra i 12mila hedge fund chiuderà”.
Già a inizio ottobre, secondo una ricostruzione del Wall Street Journal, i fondi hedge erano già stati protagonisti della discesa verticale dei listini, con risorse per 400 miliardi di dollari dirottate dalla Borsa verso la liquidità.
Un altro operatore contattato nei giorni scorsi da Finanza.com e che ha preferito mantenere l’anonimato ricordava anche supposti problemi di mancata copertura per gli hedge fund all’atto del regolamento delle posizioni sui credit default swap accesi su obbligazioni Lehman Brothers.