Borse positive su voci accordo franco-tedesco, Milano la migliore. Spread a 380 punti base
Le agenzie di rating si scatenano ma i mercati scommettono sull’accordo tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy per potenziare ulteriormente il Fondo salva-Stati europeo a 2 mila miliardi di euro. Una dote decisamente superiore rispetto agli attuali 440 miliardi di euro, appena ratificati (e non senza problemi) dai Governi della zona euro. A rilanciare le indiscrezioni ci ha pensato il Guardian, mettendo il turbo persino a Wall Street. Gli indici americani hanno infatti accelerato sul finale di seduta arrivando a chiudere con rialzi tra l’1,5 e il 2%.
Rialzi anche per le Borse europee: a Francoforte il Dax guadagna lo 0,50%, a Parigi il Cac 40 avanza dello 0,55%, a Madrid l’Ibex 35 mostra un progresso dello 0,30%, a Londra il Ftse 100 segna un +0,60%. Piazza Affari strappa la maglia rosa: l’indice Ftse Mib guadagna lo 0,95% a 16.120 punti, mentre il Ftse All Share avanza dello 0,90% a quota 16.900.
E così, per il momento, passano in secondo piano i declassamenti e gli avvertimenti realizzati dalle agenzie di rating. In primis la scure di Moody’s sulla Spagna: rating sovrano iberico tagliato ad A1 da AA2. Secondo Moody’s, la bassa crescita della congiuntura renderà improbabile il raggiungimento degli obiettivi di bilancio prefissati. Nel mirino di Moody’s è finita anche un rappresentante del club della tripla A: la Francia.
L’agenzia ha infatti messo sotto revisione l’outlook sul rating transalpino AAA, che potrebbe quindi essere ridotto a negativo da stabile. “Il deterioramento dei parametri di debito e le nuove potenziali passività che potrebbero emergere stanno esercitando forti pressioni sull´attuale outlook stabile del rating”, ha spiegato Moody’s in una nota pubblicata ieri.
Inoltre, Standard & Poor’s ha declassato il rating di ben 24 banche italiane, in scia ai timori di un incremento del costo del credito dovuto alle tensioni sui titoli di Stato. Proprio sul mercato obbligazionario sono tornati ad allargarsi gli spread. Il differenziale di rendimento tra l’Oat francese a dieci anni e il Bund tedesco ha toccato i massimi dall’introduzione dell’euro a 115 punti base. Lo spread Btp-Bund si è invece allargato fino a superare la soglia dei 380 punti base.