Borse nervose. Per il Fmi esiste rischio contagio in Eurozona. A Milano banche miste
Listini europei nervosi. A un’ora dal suono della campanella le Borse del Vecchio Continente scambiano in territorio negativo sulla scia della decisa flessione di Tokyo e Wall Street, penalizzate dal forte calo dei prezzi di petrolio e materie prime. Parigi arretra dell’1,1%, Francoforte dello 0,92% e a Milano il Ftse Mib cede l’1,02% e l’All Share lo 0,96%. Restano in primo piano i timori sulla situazione in Grecia. Proseguono oggi ad Atene gli incontri fra i rappresentanti della troika – Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea – e i funzionari del ministero delle Finanze ellenico per la concessione della quinta tranche del prestito da 110 miliardi di euro concesso alla Grecia un anno fa per salvare la sua economia dal fallimento. Secondo la stampa greca, dai controlli già effettuati risultano significative deviazioni dagli obiettivi del programma varato dal governo di Atene in accordo con la troika.
Oltre il buco nero di 1,3 milioni di euro – secondo dati del ministero delle Finanze – registrato nel bilancio dello Stato per i primi quattro mesi del 2011, sono stati riscontrati grandi ritardi nell’attuazione del programma delle privatizzazioni, dalle quali lo Stato si è impegnato a incassare circa 50 miliardi di euro che dovranno essere destinati alla riduzione del debito. Ritardi sono stati riscontrati dagli esperti della troika anche per quanto riguarda l’andamento delle riforme strutturali di cui più volte ha parlato lo stesso primo ministro George Papandreou. Al termine dei controlli, che proseguiranno ancora per per qualche giorno, si deciderà anche se la Grecia ha davvero bisogno di nuovi aiuti e in quale misura. A tenere alta l’attenzione sulla crisi del debito sovrano che spazza l’Europa è anche il Fondo monetario internazionale. Il Fmi nel Regional Economici Outlook sull’Europa segnala che con il deterioramento del settore bancario irlandese, nel novembre 2010 è scoppiata una nuova ondata di turbolenze sul mercato e che esiste il rischio contagio in Eurozona.
I rischi sovrani si sono intensificati di nuovo nei paesi periferici della zona euro, espandendosi ad altri paesi, inclusi Belgio e Italia, segnala il Fondo monetario internazionale, sottolineando però che il rischio di un contagio sull’economia reale è rimasta ampiamente confinata ai paesi colpiti dalla crisi: Irlanda, Grecia e Portogallo. “I differenziali dei titoli di Stato sono saliti a livelli significativamente elevati rispetto a quelli registrati durante le turbolenze di maggio 2010” si legge nel documento, spiegando che “questi sviluppi sollevano ulteriori proccupazioni sulla capacità dei governi periferici di di sostenere il settore bancario ancora debole, allo stesso tempo pesando sui bilanci delle banche che detengono significative quote di titoli di Stato”. Per l’Fmi “questo ciclo avverso nelle aree periferiche ha minacciato di danneggiare in modo significativo i mercati”.
“Le pressioni sono diventate sempre maggiori in Irlanda ed hanno portato le autorità ad intraprendere un piano di aggiustamento sostenuto dall’Ue e dall’Fmi”, si legge, ricordando che anche il Portogallo ha chiesto un piano di salvataggio internazionale. Le banche di Piazza Affari non se ne curano. Ubi sale dello 0,76% a 5,93 euro, il Banco Popolare avanza dello 0,10% a 1,997 euro. Bene Bpm in progresso dello 0,80% a 2,256 euro. Stonano invece Unicredit (-0,12% a 1,64 euro) e Intesa Sanpaolo (-0,65% a 2,13 euro). Denaro su Mediobanca (+0,65% a 7,81 euro) all’indomani dei conti. “Il terzo trimestre di Mediobanca si è chiuso con un utile netto di 156 milioni di euro, quasi raddoppiato sullo stesso periodo dello scorso anno. In crescita sono risultate tutte le componenti di ricavo. In particolare il margine di interesse è salito del 23% grazie alla migliore marginalità in Che Banca e all’effetto volumi nel Consumer.
La divisione CIB (Investment banking) ha invece beneficiato di un’altra brillante performance nel trading proprietario, oltre che della positiva intonazione dei mercati. Di risultati superiori alle stime parlano gli analisti di Centrosim, ma solo grazie a maggiori proventi da trading. Il broker mantiene invariate le stime per il quarto e ultimo trimestre. “L’operazione Consum.it potrebbe avere un impatto rilevante sui ratios di capitale, ma appare interessante in ottica industriale”, specificano alla sim milanese. “Alla luce dei convincenti risultati, abbiamo alzato le stime di utile per azione del 4% per il 2010/11 e del 6% per i prossimi due anni principalmente grazie a commissioni più alte”, spiegano gli esperti di Nomura, che hanno alzato il target a 9,4 euro da 9,3 euro, con rating buy. “Le nostre nuove stime sono in linea a quelle di consensus e da questo livello un futuro rialzo degli utili sarà difficile da raggiunge, senza uno sviluppo più forte del previsto in ambito M&A che potrà contribuire a un rialzo dei ricavi della divisione CIB, insieme a risultati migliori da parte di CheBanca”, argomentano alla banca. “Tuttavia, nonostante la buona performance del titolo, le attività commerciali bancaria sono valutate a un P/E 2012 di 5,6 volte, che pensiamo daranno ulteriore sostegno al titolo”.