Borse: gestori meno ottimisti su mercati azionari, maggiore volatilità nel 2015
I mercati azionari globali saranno più volatili nel 2015. Questa la tendenza che emerge dall’ultimo sondaggio mensile condotto da Morningstar Italy dal 7 al 14 gennaio tra le principali case di investimento che operano in Italia a cui hanno partecipato una ventina di investitori professionali.
Nel complesso, il Morningstar Italy Investment Sentiment index (MIISI), costruito sulla base delle probabilità attribuite a diversi scenari (mercati in salita, stabili o in discesa) su un orizzonte di sei mesi, mostra che gli intervistati hanno un atteggiamento più prudente rispetto a dicembre, soprattutto sull’Italia, sugli Stati Uniti e sul Giappone. I gestori di fondi e degli strategist sostengono che le “azioni continueranno ad accrescere il loro valore, ma con incrementi inferiori e una maggior volatilità rispetto al 2014“.
Dall’Europa, all’Asia per poi passare agli Stati Uniti: ecco le attese dei gestori
Le future mosse della Banca centrale europea (Bce), e in particolare il varo del tanto atteso Quantitative easing (acquisto di titoli di Stato per iniettare denaro nel sistema) rimane uno dei temi caldi. La speranza è che questo lancio possa sostenere l’economia e indebolire ulteriormente la moneta comunitaria, aumentando di conseguenza la competitività delle aziende. La volatilità è considerata come un’opportunità per acquistare azioni durante le fasi di correzione, in quanto le valutazioni diventano più attraenti a fronte di una buona dinamica degli utili.
Su Piazza Affari, i gestori sono meno ottimisti rispetto sia al resto d’Europa sia al mese scorso (MIISI si attesta a 57 punti dai quasi 61 dicembre). L’indice sconta una correzione del tiro rispetto all’ultimo semestre del 2014, quando le previsioni ottimistiche si sono scontrate con un andamento negativo del mercato azionario milanese.
La Borsa statunitense non riuscirà a replicare le performance da record registrate nel 2014. I gestori si attendono un rialzo dei listini americani, ma inferiore e con andamento più volatile rispetto agli ultimi due anni. In uno scenario macro caratterizzato da tassi a lungo termine bassi, prezzo del petrolio ai minimi e dollaro forte, i settori più interessanti, secondo la ricerca di Exane Derivatives, sono i consumi ciclici e i farmaceutici. Potrebbero fare bene anche le telecom, dopo un 2014 sottotono a causa della guerra dei prezzi.
Quanto al Giappone c’è attesa per le prossime decisioni di politica monetaria e fiscale che dovrebbero stimolare un’economia che fatica a ripartire. Negli ultimi sei mesi, l’indice Nikkei 225 ha guadagnato oltre l’11% (in euro al 14 gennaio) e gli investitori professionali sono convinti che possa continuare a crescere, ma ridimensionano le aspettative.