Notizie Notizie Mondo Borse europee in preda al nervosismo: preoccupa lo stato di salute del sistema bancario

Borse europee in preda al nervosismo: preoccupa lo stato di salute del sistema bancario

25 Maggio 2010 08:32

Ci risiamo. Torna la paura sui mercati. Le Borse europee, che hanno aperto in netto calo, in scia alla chiusura negativa dei mercati americani e asiatici, stanno proseguendo la seduta all’insegna dei ribassi e della volatilità. Gli investitori si stanno interrogando su quale futuro attenda i paesi dell’Eurozona, all’indomani delle raccomandazioni del Fondo Monetario Internazionale a Madrid a realizzare riforme urgenti per migliorare la situazione del mercato del lavoro e la solidità del sistema bancario.


Ieri in Spagna è dovuta scendere in campo la Banca centrale per mettere in sicurezza Cajasur, una cassa di risparmio del Sud del Paese, mentre altre quattro casse di risparmio iberiche hanno presentato alla banca centrale una proposta di fusione, che darebbe vita al quinto colosso bancario del paese con asset per 135 miliardi di euro. Ma il vaso di Pandora è scoperchiato e i fantasmi di nuovi possibili interventi salva-banche fanno tremare i polsi agli operatori.

 

Sebbene si tratti di una piccola Caja, con asset pari allo 0,6% del sistema bancario spagnolo, la preoccupazione diffusa è che la falla spagnola possa aver aperto un nuovo capitolo che travalichi i confini nazionali e si diffonda all’intera area euro. Per gli analisti quello di ieri potrebbe essere, infatti, solo il primo di una serie di costosi salvataggi delle Casse regionali, di piccole dimensioni e controllate da enti o autorità locali colpite in pieno dallo scoppio della bolla immobiliare spagnola, sia per i mutui non rimborsati che per il fallimento di imprese del settore.

 

Anche perché a molti addetti ai lavori non è sfuggito il timing dell’operazione: il salvataggio di Cajasur è arrivato in uno dei momenti peggiori per il Governo spagnolo, che ha annunciato la settimana scorsa un pacchetto di misure di austerità per 15 miliardi di euro per risanare i conti pubblici e placare i timori di un contagio dalla Grecia. Come spiega Craig Peckham, strategist azionario alla Jefferies & Co di New York, questa banca “ha riportato l’attenzione su una questione più grande, cioé se sia solo un problema di credito sovrano o qualcosa di più sistemico in Europa e potenzialmente nel sistema finanziario nel suo insieme”.

 

Parole che colgono nel segno: stamattina nuove voci di banche in crisi, questa volta tedesche, hanno iniziato a circolare nelle sale operative secondo quanto raccolto da Finanza.com. “Si tratta di semplici voci cui non darei troppo credito, ma questo basta a spiegare il quadro – commenta Giampaolo Rivano di Gesti-Re – Ieri abbiamo vissuto una giornata di assestamento, oggi siamo tornati di nuovo nel marasma e in preda alla volatilità. Ecco quindi spiegato questo movimento di discesa dei mercati”.

 

“E’ in atto una grande pressione dei derivati sulle Borse”, segnala invece un altro operatore. “Mi aspettavo che nel fine settimana fosse messa a punto una regolamentazione dei derivati, che invece sta tardando ad arrivare. E’ ovvio che le grandi banche americane stanno facendo il loro gioco, anche perché negli Stati Uniti e anche in Inghilterra buona parte della attività finanziaria è basata proprio sui derivati; il punto è che noi adesso ci ritroviamo ad essere vulnerabili e siamo a rischio crack. E questo è evidente dalla pressione molto forte che emerge non solo sulle Borse, ma anche sulle obbligazioni e sul mercato delle valute”.


“Passa in secondo piano quindi l’azione di maquillage di bilancio in atto in Europa: in Spagna sono saltate quattro banche e il mercato adesso è nella piena incertezza”, aggiunge. E in effetti al di là delle tensione sui mercati, il cross dell’euro/dollaro ha di fatto azzerato il recupero della settimana scorsa, prima fase di rialzo dopo sei settimane consecutive di correzione. “Gli investitori hanno iniziato a vendere euro, temendo ci possano essere nuove banche in difficoltà, particolarmente nei paesi dell’Europa meridionale”, spiega un altro operatore.


Tutto questo succede, mentre è balzato prontamente al nuovo record di contratto il derivato sul decennale tedesco, titolo core per eccellenza tra i governativi della zona euro, sulla spinta di una nuova ondata di acquisti rifugio. Come sottolinea un trader, “tutto quello che si legge sulle banche europee non è proprio di buon auspicio: la sensazione è che siamo passati da timori particolari sulla Grecia a un più generale nervosismo sull’intera Europa”. Vecchio Continente sotto scacco, di nuovo. E questa volta neanche un maxi piano potrebbe scongiurare il peggio.