Borse europee deboli in vista Bce. Madrid supera il test dell’asta ma con domanda in calo
Il vento della rivolta in Egitto scuote le Borse, che in attesa della riunione della Banca centrale europea, si portano in territorio negativo. Così Parigi cede l’1,10%, Londra lo 0,38%, Francoforte lo 0,11%. Anche a Piazza Affari il Ftse Mib scivola sotto la linea della parità e cede lo 0,10%. Manifestazioni di protesta contro il governo egiziano sono in corso anche a Suez, 130 chilometri a est del Cairo, e Mansura, 120 km a nordest della capitale. Lo riferisce Al Jazira. Sulla crisi egiziana intanto la diplomazia internazionale si è messa in moto: sta emergendo una spaccatura fra i Repubblicani neoconservatori americani e Israele. L’Amministrazione, che in pochi giorni è passata dalla difesa dello status quo alla richiesta di ieri sera di una transizione immediata dei poteri al Cairo, sta rivedendo anche la sua valutazione dei Fratelli Musulmani, il movimento di opposizione di matrice islamica da cui Washington ha voluto, almeno ufficialmente, prendere le distanze in passato nel timore di trovarsi di fronte a una situazione come quella di Gaza con Hamas.
Fonti dell’Amministrazione citate dal Washington Post riconoscono ora che i Fratelli musulmani siano destinati ad assumere almeno una parte del potere in elezioni libere e ammettono contatti non ufficiali con esponenti egiziani del movimento, contatti iniziati solo sporadicamente negli anni novanta, divenuti più frequenti dopo le elezioni legislative del 2005 in cui i Fratelli Musulmani guadagnarono il 20 per cento dei voti. In questi ultimi anni, rivela il quotidiano americano, diplomatici e parlamentari hanno incontrato diverse volte leader del movimento, anche nella sede dell’ambasciata americana. La Casa Bianca lunedì ha citato esplicitamente il numero elevato di attori non laici prodotti dalle elezioni libere che si invocano. In realtà, Washington sembra aver compreso, come spiega una fonte dell’Amministrazione riferendosi solo alla situazione sul campo al Cairo, di non poter dettare gli sviluppi, di non poter prescrivere ciò che accadrà.
Il clima di avversione al rischio è alimentato anche dall’attesa della visita in Spagna della cancelliera tedesca Angela Merkel che incontrerà il premier spagnolo Jose Luis Zapatero alla vigila del vertice Ue a Bruxelles in cui si discuterà di rafforzamento del Fondo salva-Stati e riforma del Patto di Stabilità. Intanto oggi Madrid ha collocato 3,5 miliardi di titoli di stato, riuscendo a pagare rendimenti più bassi. “L’asta di questa mattina non ha lasciato il segno perché non si può senz’altro dire che sia un risultato straordinario per la domanda che è stata inferiore all’asta precedente”, segnala Matteo Regesta , strategist di Bnp Paribas a Londra. “C’è da dire che la Spagna con oggi ha emesso 12,5 miliardi di euro, ossia il 13,3% dei 94 miliardi che dovrà emettere quest’anno. Si tratta dello stesso risultato ottenuto l’anno scorso in questo periodo. Pertanto il Tesoro spagnolo sta rispettando pienamente i tempi, non si è concretizzato nessuno timore di fatturazione come si temeva invece un anno fa”, prosegue l’esperto, che sottolinea come ci sia però un miglioramento della situazione generale.
“Gli spread sui Periferici si sono compressi perché il mercato sta scommettendo su una risoluzione della crisi del debito sovrano attraverso un aumento del fondo Salva stati – prosegue – si tratta di soluzioni che non sono ovviamente risolutive di una situazione difficile, ma che possono nel mentre tamponarla e permettere di tenere sotto controllo la volatilità”. Più cinico Orlando Green del Credit Agricole convinto che il bid to cover di oggi lascia aperti degli interrogativi sulla capacità del mercato di voler venire incontro alle esigenze di finanziamento della Spagna. “L’asta spagnola ha ricevuto una domanda buona”, commenta invece Chiara Cremonesi di Unicredit. “E’ vero che i bid to cover sono stati un po’ in discesa rispetto alle aste precedenti, ma detto questo l’asta rimane buona in valore assoluto – prosegue l’esperta . Si è registrato un abbassamento forte dei costi di finanziamento dovuto in gran parte alla performance buona dei bond di tutta la Periferia e anche della spagna. Questo è stato il fattore che ha fatto registrare una diminuzione di 50 punti base per la maturity pertanto per gli investitori è un buon risultato”. Secondo Chiara Cremonesi la situazione resta comunque ancora difficile, pertanto il consiglio è di essere prudenti, anche se qualcosa sull’asse Francoforte-Parigi si sta muovendo.
“Pensiamo sia necessario che la zona euro decida di tenere riunioni regolari una volta anno, nel corso delle quali i capi di Stato e di Governo della zona euro esaminano l’approfondimento della collaborazione”, è l’indicazione che giunge dall’entourage del presidente Nicolas Sarkozy. “Auspichiamo che questo approfondimento prenda come base impegni concreti sottoscritti da tutti gli Stati membri della zona euro”, aggiunge la fonte. Il presidente Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel vogliono ugualmente far giungere ai partner europei il messaggio che i mercati stanno cambiando opinione, che i dubbi che c’erano sull’euro e la zona euro stanno scomparendo e che dunque è il momento di fare un grande passo in avanti sul coordinamento economico. L’intenzione è di proporre un maggiore coordinamento nel quadro di un vero governo economico della zona euro, in cambio di un rafforzamento del Fondo europeo salva-Stati (Efsf). “Pensiamo che si debba dare all’Efsf la capacità di intervenire come era stata pensato quando è stato creato e che debba essere reso più flessibile. I nostri amici tedeschi sono più prudenti su questi punti, ma sono prontissimi a discuterne”, si indica all’Eliseo.