Mattinata debole per le Borse europee, mentre va avanti il valzer delle trimestrali e sale l’attesa per il dati sul mercato del lavoro Usa, cartina tornasole per lo stato dell’economia. Così dopo più sedute di rialzo, gli indici si prendono una pausa. Il Ftse Mib dopo aver aperto negativo adesso ritrova il segno più spuntando lo 0,04% e il Ftse All Share lo 0,13%. All’ombra della Madunina è sempre Fiat ad essere protagonista. Dopo la cavalcata della vigilia, il titolo della casa auto di Torino cede due punti percentuali a 7,33 euro. Pesano i dati delle immatricolazioni. Nel mese di aprile il mercato dell’auto in Italia ha accusato una battuta d’arresto con il numero di immatricolazioni sceso al livello più basso dal 1995, secondo i dati del Centro Studi Promotor. Fiat non ha fatto la differenza.
Ad aprile le immatricolazioni di auto in Italia sono calate del 2,24%. Fiat ancora una volta ha fatto peggio accusando una flessione dell’8,4%. La quota di mercato del gruppo di Torino è peggiorata al 28,8% circa dal 30,8% dell’aprile 2010 e dal 29,34% di marzo. Gli esperti puntano l’indice sui modelli del gruppo. Ad esempio Nino Lo Bianco, presidente di Bip – Business Integration Partner, ha indicato che i nuovi modelli presentati di recente al Salone di Ginevra, fatta eccezione per la Lancia Ypsilon, non sono blockbuster, ovvero a elevati volumi. Si tratta del primo mese 2011 che non si confronta con un dato 2010 sostenuto dalla coda degli incentivi e quindi non registra il ribasso a due cifre visto nei mesi scorsi. Il mese di riferimento è però aprile 2010, il primo senza contributi all’acquisto, quindi particolarmente debole. Secondo il Centro Studi Promotor, “questo nuovo calo, anche se di gran lunga più contenuto di quelli dei mesi precedenti, ha colto gli analisti di sorpresa perché ci si attendeva una crescita in quanto il confronto si fa con un aprile 2010 particolarmente debole: si trattava, infatti, del primo mese dopo la fine dell’effetto incentivi 2009”.
“Si tratta del primo mese 2011 che non si confronta con un dato 2010 sostenuto dagli incentivi. Ci si attendeva tuttavia una crescita in quanto il confronto con aprile 2010 particolarmente è debole: si trattava, infatti, del primo mese dopo la fine dell’effetto incentivi 2009”, confermano gli analisti di Centrosim, specificando che “la debolezza dei dati Fiat è ascrivibile alla semplificazione della gamma, caratterizzata dall’uscita di alcuni modelli, non controbilanciata da nuovi lanci”. Oltreoceano è andata meglio. Chrysler è tornata all’utile, il primo dall’uscita della bancarotta nel 2009, ovvero da quando è controllata da Fiat, e dal secondo trimestre 2006 quando a guidarla era DaimlerChrysler. La controllata americana di Fiat ha archiviato il primo trimestre con un utile netto di 116 milioni di dollari a fronte di un rosso di 197 milioni di dollari dei primi tre mesi 2010, su ricavi per 13,1 miliardi di dollari, in aumento del 35% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La liquidità si è rafforzata a 9,9 miliardi di dollari a fronte dei 7,3 miliardi di dollari del dicembre del 2010 e il debito è risultato pari a 13,3 miliardi di dollari. Nel primo trimestre le vendite di Chrysler sono salite del 18% a 394.000 unità.
Per gli analisti di Exane BNP Paribas il conti realizzati nel primo trimestre rappresentano un ulteriore passo avanti per centrare i target 2011. Tuttavia – sottolineano alla banca francese – c’è ancora molto da fare, soprattutto da lavorare sulla dipendenza dei profitti alle attività dei mezzi pesanti. Di trimestre positivo parlano anche gli esperti di Cheuvreux, che pongono l’accento sul flusso di cassa positivo, nonostante l’impatto della crisi giapponese. “Tutto questo contribuisce a sgombrare la strada della piena integrazione con Chrysler. I buoni risultati dovrebbero permettere una accelerazione alle sinergie che verranno estratte. Tuttavia, il 2011 rimane un anno di transazione per Fiat”, conclude il broker, confermando il giudizio underperform. La tabella di marcia è già fissata. Fiat entro giugno salirà al 46% di Chrysler con l’operazione di rifinanziamento del debito, che consentirà al gruppo americano di rimborsare i 7,5 miliardi di dollari di prestiti ricevuti dai governi americano e canadesi, con prestiti e l’emissione di 2,5 miliardi di dollari di bond per gli investitori istituzionali. L’aumento della quota si tradurrà nel consolidamento di Chrysler nei conti Fiat.
Il Lingotto prevede di salire al 51% nel 2012. “Il miglioramento delle vendite e della performance finanziaria nel primo trimestre mostra come la nuova linea di prodotti sta avendo successo sul mercato. Questi risultati sono la prova evidente”, ha spiegato l’ad Sergio Marchionne, “del duro lavoro e della dedizione dei nostri dipendenti, fornitori e concessionari, che stanno aiutando Chrysler a dar vita a una nuova cultura fondata sulla qualità dei prodotti e su principi di management semplici e solidi”. Il focus è quello di raggiungere gli obiettivi di vendite a target finanziari fissati nel piano industriale 2010-2014. Fra i modelli che arriveranno a breve sul mercato c’è la Fiat 500 cabrio e l’edizione Gucci. Il piano prevede di chiudere il 2011 con ricavi per 55 miliardi di dollari e un utile netto di 0,2-0,5 miliardi di dollari, escluse le spese per circa 400 milioni di dollari per il rifinanziamento del debito. Il rimborso dei finanziamenti concessi dal Tesoro americano e dai governi del Canada e dell’Ontario consentirà a Chrysler di risparmiare sul pagamento degli interessi. Nel primo trimestre gli interessi pagati sono stati 348 milioni di dollari.