Borse ancora compresse ma per qualcuno la correzione è già finita
Rientra solo in parte l’allarme sulle borse di tutto il mondo scattato con il crollo di ieri dei listini cinesi di Shanghai e Shenzen. Gli indici europei si mantengono nettamente negativi, mentre i listini statunitensi fluttuano appena sopra la linea della parità.
Parrebbe dunque giustificata la cautela espressa dalla generalità degli analisti. C’è però anche chi ritiene che la correzione sia già chiusa. E’ il partner di Twice advice Franco Busnelli, secondo cui le quotazioni, tornate ai livelli del dicembre 2006, si consolideranno ai livelli attuali per qualche giorno o settimana, costituendo in molti casi buone opportunità d’acquisto. “Già i prezzi di stamattina sono da saldo – spiega Busnelli – si può eventualmente tornare su titoli con buoni fondamentali e positive prospettive di crescita, anche se l’S&P/Mib dovesse andare un centinaio di punti più in basso”. Mancherebbero, secondo Busnelli, le condizioni per una vera e propria inversione. “Greenspan parla di recessione? Nessun problema – risponde – si abbasseranno i tassi una, due, tre volte. Crolla la borsa cinese? Non mi scandalizzo – prosegue – una flessione delle borse non ha impatti sulla crescita del Paese, gli indici cinesi potranno perdere ancora dopo aver messo a segno un +130% nell’ultimo anno”.
Una visione decisamente in controtendenza rispetto a quella maggiormente diffusa sul mercato.
Stamattina ad esempio Antonio Cesarano di Mps Finance e Luca Mezzomo di Intesa Sanpaolo hanno chiarito, il primo in una nota, il secondo in un’intervista a Finanza.com di attendersi che le turbolenze di ieri potranno continuare ancora per qualche settimana. Così come aveva spiegato lo strategist di Bsi, Giorgio Radaelli, citando la rottura della media mobile a 30 giorni da parte dell’S&P500 nella seduta di ieri.