Borsa Italiana zavorrata dalle banche, Enel tra i pochi titoli a sorridere
Ancora una seduta in profondo rosso per Piazza Affari. Il tentativo di rimbalzo è durato poco con le vendite che hanno avuto il sopravvento colpendo principalmente banche e industriali. In chiusura il Ftse Mib ha ceduto l’1,5% a quota 21.655 punti, dimezzando comunque i cali rispetto ai minimi di giornata che avevano visto l’indice guida di Piazza Affari arretrare fino a 21.118 punti, minimi che non vedeva dallo scorso ottobre.
Banche centrali pronte alle contromisure
Gli investitori guardano alle possibili contromosse all’emergenza coronavirus da parte delle banche centrali e si aspettano che la Fed tagli i tassi già questo mese. Un taglio che potrebbe essere seguito da almeno altre due mosse simili entro fine anno. Venerdì scorso il governatore della Fed, Jerome Powell, ha aperto le porte ad un taglio dei tassi a causa dei rischi crescenti per l’economia legati al Covid-19.
Focus anche sulla Bce (meeting il 12 marzo) con il vice presidente della Banca centrale europea, Luis de Guindos, che ha anticipato oggi che l’istituto è pronto ad agire per fronteggiare gli effetti del coronavirus, ricorrendo a tutti gli strumenti di cui dispone. Equita ha espresso dei dubbi sul fatto che tagliare i tassi da una base già molto bassa o aumentare gli acquisti di titoli con il Qe possa questa volta contenere la contrazione degli utili. “A nostro avviso serviranno azioni più decise. Nonostante la recente correzione, i mercati trattano ancora su multipli elevati: prezzo/utile 2020 dell’S&P500 a 18 volte, molto vicino ai massimi degli ultimi due decenni, con un incremento del rischio sugli utili”, nota Equita.
Banche precipitano ancora
La prospettiva di nuovi tagli dei tassi, insieme ai contraccolpi dell’emergenza coronavirus per l’economia italiana, mette in ansia soprattutto il settore bancario, con i maggiori titoli che oggi sono stati più volte sospesi per eccesso di ribasso. Peggior performer assoluto del Ftse Mib è stato Banco BPM che ha chiuso a -6,28% a 1,858 euro, peggior titolo dell’intero indice. Chiusura con cali superiori al 5% per UBI Banca e Bper. Tra le big ha sofferto molto Unicredit (-4,4%) che dai massimi del 19 febbraio segna un calo superiore al 20%.
Seduta difficile anche per Poste Italiane (-3,66%) scivolata ai minimi da agosto 2019.
Male anche Saipem e FCA
Tra i titoli oil cali marcati per Saipem (-3,13%). L’ad Stefano Cao, in un’intervista alla Stampa, ha dichiarato che ormai il legame fra il prezzo del petrolio ed i conti aziendali non è più stretto com’era un tempo. Inoltre, il top manager ha specificato che nel 2019 il 68% dei nuovi ordinativi ha riguardato le energie alternative.
Molto male anche le big del settore industriale con -4,77% per Prysmian e -5,77% per Buzzi. Nuovi minimi dal 2017 per Fca (-3,68% a 10,828 euro). Il titolo del colosso auto paga anch’esso l’aumento dell’emergenza coronavirus che sta alimentando le attese di un forte rallentamento del mercato auto a livello globale. Intanto a febbraio il mercato francese di auto+LCV, che rappresenta circa il 10% dei volumi annuali per FCA più la futura sposa PSA, è calato del 2% su base annua. PSA ha sovraperformato (+2%), mentre FCA ha sottoperformato (-18% 9 mila unità con tutti i brand in calo. “Ci aspettiamo un peggioramento nei prossimi mesi in funzione dell’evoluzione del COVID-19”, rimarca Equita SIM.
Tra i pochi titoli a salvarsi spicca Enel (+0,84% a 7,64 euro).