Boom payrolls allontana taglio tassi Fed, economisti vedono rischio surriscaldamento inflazione
Il mercato del lavoro degli Stati Uniti continua a salire con il tasso di disoccupazione al livello più basso dal dicembre 1969. La nuova tornata di ottimi dati da oltreoceano, con non farm payrolls salite più del previsto anche ad aprile e ci sono state 16.000 revisioni al rialzo nette relativamente ai due mesi precedenti.
Non solo payrolls, disoccupazione ai minimi dal 1969
L’economia statunitense ha creato 263.000 posti di lavoro in aprile, ben oltre le 190.000 delle previsioni di consenso e in aumento rispetto ai 189mila del mese prima (dato rivisto dal precedente 196mila) e oltre le attese degli analisti ferme a 190mila unità.
In discesa il tasso di disoccupazione passato al 3,6% dal 3,8% precedente. È il dato più basso dal dicembre del 1969. A favorire questo movimento ha contribuito in parte ilcalo del tasso di partecipazione, sceso al 62,8% dal 63%.
La crescita dei salari è rimasta al 3,2% a/a, contro attese che vedevano un’accelerazione al 3,3%.
I dati di oggi sono quindi senz’altro positivi. “Il tenore della crescita dei posti di lavoro è più che soddisfacente e di certo non segnalano timori o preoccupazioni da parte delle imprese, che continuano ad assumere – commenta Vincenzo Longo, market strategist di IG – . L’unica nota stonata è la crescita dei salari che rimane stabile, un segnale che la qualità del mercato del lavoro fa ancora una certa fatica ad aggiustarsi, nonostante la disoccupazione sia sotto il suo livello naturale di lungo periodo”.
Dopo il dato sul Pil della scorsa settimana, ampiamente oltre le attese, e le considerazioni della Fed di mercoledì sera, Longo ritiene che gli investitori possono continuare a modificare le proprie aspettative sulle prossime manovre di politica monetaria. “Se i dati macro dovessero tenere questo tenore nei prossimi mesi, basterà anche solo un tentativo di accelerazione dell’inflazione per spingere la Fed a riprendere il percorso di rialzo dei tassi a dicembre. Proprio la bassa inflazione sembrerebbe essere uno dei principali motivi che al momento giustificano la sospensione del rialzo dei tassi”.
Mercato sottostima le crescenti pressioni inflattive
“Il mercato sta valutando i tagli dei tassi della Fed, ma non vediamo davvero la necessità e il mercato sta sottovalutando le pressioni inflazionistiche provenienti dal mercato del lavoro”, asserisce James Knightley, Chief International Economist di Ing che ritiene più che probabile che i tassi rimarranno fermi per tutto il 2019 con la combinazione di una crescita decente, migliori condizioni finanziarie e un costante aumento dell’inflazione.
Negli ultimi mesi il presidente statunitense Donald Trump ha continuato a premere per una Fed più aggressiva caldeggiando un taglio dei tassi. Mercoledì il Fomc, comitato di politica monetaria della Fed, ha confermato i tassi.