Bond, ribassisti stanno per capitolare, BofA: Nasdaq fino a 10.000, poi arriverà “Icaro”
Quando i ribassisti sui Treasuries capitoleranno, e capitolerà anche la Fed, constatando il proprio fallimento nel sostenere la crescita dell’inflazione, i tassi sui Treasuries a 30 anni scenderanno al 2% e il Nasdaq volerà fino a 10.000 punti. E’ la previsione di Michael Hartnett, strategist di BofA (Bank of America).
Hartnett fa notare che tutto può essere spiegato con i trend dell’inflazione e dei rendimenti, in particolare quelli dei bond a lungo termine.
“Livelli di disoccupazione ai minimi in diversi anni, fiducia dei consumatori a valori record, balzo degli indici PMI globali, aumento degli utili, prezzi del petrolio che raddoppiano, stimoli fiscali…non c’è da meravigliarsi che il mondo stia shortando bond, nel 2017“.
Nonostante ciò, l’inflazione e i tassi continuano ostinatamente a non salire. O meglio, a non salire quanto dovrebbero.
La ragione è semplice: nel tentativo di stimolare la crescita dei salari, e dunque un’inflazione che sia benigna, la Fed starebbe continuando a focalizzarsi su qualcosa su cui non ha ormai più alcun potere.
“L’invecchiamento della popolazione – spiega lo strategist – e il debito in eccesso rimangono ostacoli strutturali a una inflazione più alta. Ma il peggiore ostacolo è la tecnologia, e il rischio che il mercato del lavoro ne venga travolto per sempre, con l’intelligenza artificiale e i robot che azzoppano le aspettative sui salari, soprattutto nel settore dei servizi”.
Tutto ciò scatenerà il fattore “Icaro”, con i mercati che vivranno negli anni 2018-19 un periodo di volatilità, di strette monetarie aggressive da parte della Fed volte a far scoppiare le bolle”, fino a quando ci sarà “la fine del mercato toro, con Icaro che si schianterà al suolo”.
Tra l’altro, un altro strategist di BofA, l’esperto della divisione di ricerca sui tassi Shyam Rajan, fa notare il “mercato dei tassi a due facce” degli Usa, in cui lo spread tra i tassi dei Treasuries a due anni e quelli a dieci è così piatto da far temere che la recessione stia arrivando.
“Il mercato dei tassi sta inviando nelle ultime settimane messaggi diametralmente opposti. La parte frontale della curva mostra una crescente fiducia sul fatto che la Federal Reserve alzerà i tassi non solo a dicembre, ma almeno altre due volte, l’anno prossimo. Tuttavia, l’appiattimento che caratterizza la curva dal punto intermedio al lungo periodo invia un messaggio chiaro di fine del ciclo di business”.
Sulla base di tali presupposti, Rajan afferma che il dubbio potrebbe essere risolto parlando di errore in una politica monetaria da falco. Il punto è che tale “interpretazione non sarebbe coerente con l’azionario che testa nuovi massimi, o con il dollaro che, questo mese, si muove in modo laterale”.