Il CdM dovrebbe dare oggi il via libera ai decreti sulla risoluzione delle crisi bancarie, conosciuto con il nome di “Bail-In”. Il recepimento della direttiva europea, Bank Recovery and Resolution Directive, non vedrà più gli Stati impegnati nei salvataggi ma verranno coinvolti i creditori. I rischi principali ricadono nell’ordine su azionisti e detentori di altri titoli di capitale, creditori subordinati, creditori senior e infine persone fisiche e Pmi titolari di depositi superiori ai 100 mila euro. Dalle perdite saranno sempre esclusi i depositi fino a 100 mila euro (200 mila euro se il conto è cointestato), i covered bond e i debiti di dipendenti, fisco e fornitori. Da ricordare che per gli investitori il limite massimo d’intervento delle passività della banca è pari all’8%, per il fondo europeo al 5%.
Gli operatori professionali si sono già mossi in anticipo sul mercato in attesa dell’introduzione del “Bail-In, prevista il primo gennaio 2016, come dimostrano questi grafici preparati da Marcello Rubiu di NORISK per la puntata di ieri di Binck Tv. Negli ultimi mesi si è infatti registrato un declino degli yield delle obbligazioni bancarie “investment grade”, quelle considerate più “sane” dal mercato.
Se invece confrontiamo un bond senior di Mps con scadenza 2019 e uno identico del Banco Popolare si può notare un andamento divergente degli spread di queste obbligazioni rispetto alla curva tedesca. “È possibile che le criticità di Mps abbinate al Bail-In stiano influenzando un certo repricing del rischio”, spiega Marcello Rubiu di NORISK.
Infine si può notare come il rendimento di un bond senior 2020 di Banca Carige, uno degli istituti italiani con livelli patrimoniali più deboli e high yield, non abbia evidenziato movimenti particolari. “L’andamento è sicuramente influenzato dalla possibilità che Carige venga acquisita da una banca più grande e, soprattutto, più sana”, spiega Rubiu.