Notizie Criptovalute Bitcoin deraglia a -10%. Cfo Twitter sbarra porte alle cripto: ‘investirci per noi non ha senso’

Bitcoin deraglia a -10%. Cfo Twitter sbarra porte alle cripto: ‘investirci per noi non ha senso’

16 Novembre 2021 13:41

Bitcoin, Ether e tutte le altre principali criptovalute stanno affondando oggi con un sell-off generalizzato dettato secondo alcuni operatori dai commenti anti-cripto del chief financial officer di Twitter. In tarda mattinata le quotazioni del bitcoin hanno toccato dei minimi sotto i 59.000 dollari, con ribassi nell’ordine del 10% per poi risalire parzialmente a ridosso dei 60mila dollari. Cali simili per Ethereum a 4.287 $ (-9,2%), Solana (-7,8%), XRP (-9,5%) e Cardano (-8,3%).

Le dure parole del cfo di Twitter

Le vendite sulle cripto si sono accentuate dopo che il Wall Street Journal ha citato il Cfo di Twitter, Ned Segal, che ha affermato che investire denaro in asset crittografici come bitcoin “non ha senso” in questo momento. Segal ha citato la volatilità dei prezzi e la mancanza di regole contabili per queste attività come fattori critici che impediscono all’azienda di diversificarsi in criptovalute. Il creatore di Twitter, Jack Dorsey, è anche numero uno di Square, tra le società più aperte al mondo cripto.

Risultano ancora poche le aziende (tra queste Square, Tesla e MicroStrategy) che hanno acquisito bitcoin come risorsa di riserva.

Newsflow negativo sulle cripto da Usa e Cina

Focus anche sul controverso requisito di dichiarazione delle tasse sulle criptovalute introdotto dalla legge sull’infrastruttura bipartisan da $ 1 trilione firmata ieri dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Il disegno di legge sull’infrastruttura richiede ai broker di fornire all’Internal Revenue Services informazioni sui trader che effettuano transazioni per un importo superiore a $ 10.000. Per le cripto si teme che la definizione della parola “broker” possa essere illimitata, portando i minatori e i node operators sotto il martello fiscale e creando sfide di dichiarazione fiscale per gli investitori.

Sotto i riflettori anche le recenti dichiarazioni del governo di Pechino: in particolare la Commissione nazionale di sviluppo e riforma ha affermato che continuerà a ripulire la Cina dalle attività di mining per le criptovalute, in quanto responsabili a suo avviso di “grandi consumi di energia e di emissioni di carbone”.

Intanto Mohammed El-Erian, responsabile consulente economico di Allianz e presidente del Gramercy Fund Management, ha ammesso di aver acquistato una quantità non specificata di Bitcoin, quando la criptovaluta è crollata fino a $3.000, nel cosiddetto “inverno crypto” del 2018. El-Erian ha poi venduto l’asset digitale alla fine del 2020, quando il Bitcoin aveva riguadagnato ormai quota $19.000.

El-Erian ha precisato che si sentirebbe a suo agio nell’acquistare la criptovaluta, di nuovo, nel caso in cui alcuni speculatori uscissero dal mercato.

L’ex Pimco ritiene che chi investe in criptovalute possa essere diviso in tre categorie: “i fondamentalisti”, che sono coloro che ragionano in un’ottica di lungo termine; gli investitori professionisti, che hanno come obiettivo quello di diversificare i loro portafogli; e gli speculatori, che operano in base al day-trading. Le prime due tipologie di investitori, ha sottolineato El-Erian, rappresentano “davvero le solide fondamenta di una visione di lungo termine del mercato”.