Bio-on e il contratto fantasma da 55 milioni (con Ikea), annunciato nel 2016 ma mai siglato
Si susseguono le rivelazioni sul caso Bio-on che assume sempre più i contorni della truffa. Il 'sistema Bio-on', smascherato lo scorso 24 luglio dal fondo speculativo Quintessential e che ha portato al crollo del titolo (che da ieri è sospeso a tempo indeterminato), ha fatto scattare le indagijni della procura di Bologna che ha portato all'accusa di false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato.
Sulla stampa si susseguono le indicazioni circa quanto emerso dalle indagini. Marco Astorri aveva incentrato la strategia societaria su annunci roboanti volti a sostenere il valore del titolo. Tra gli annunci spicca quello del contratto di multilicenza da 55 milioni con una multinazionale di cui non era stato fatto il nome. In realtà il contratto non è stato mai siglato, ma si trattò di una trattativa con Ikea non andata avanti. L'annuncio del maxi-contratto risale al 22 dicembre 2016 e portò a un balzo del 23,58% del titolo Bio-on in Borsa.
In un articolo odierno del Sole 24 Ore si parla di 'piani industriali privi di basi' con riferimento a quello 2017-2020. In aggiunta il sistema Astorri era volto a gonfiare i bilanci iscrivendo in toto i ricavi legati a cessione di licenze e diritti di sfruttamento di tecnologie a società indicate a controllo congiunto (joint venture), ma in realtà controllate.
Sulla stampa si susseguono le indicazioni circa quanto emerso dalle indagini. Marco Astorri aveva incentrato la strategia societaria su annunci roboanti volti a sostenere il valore del titolo. Tra gli annunci spicca quello del contratto di multilicenza da 55 milioni con una multinazionale di cui non era stato fatto il nome. In realtà il contratto non è stato mai siglato, ma si trattò di una trattativa con Ikea non andata avanti. L'annuncio del maxi-contratto risale al 22 dicembre 2016 e portò a un balzo del 23,58% del titolo Bio-on in Borsa.
In un articolo odierno del Sole 24 Ore si parla di 'piani industriali privi di basi' con riferimento a quello 2017-2020. In aggiunta il sistema Astorri era volto a gonfiare i bilanci iscrivendo in toto i ricavi legati a cessione di licenze e diritti di sfruttamento di tecnologie a società indicate a controllo congiunto (joint venture), ma in realtà controllate.