Bill Gross: addio bond, meglio le azioni ad alto dividendo. Ecco le italiane con cedole più generose
Meglio investire in bond o in azioni? Coi tassi d’interesse vicini allo zero, i rendimenti obbligazionari “investment grade” e dei titoli di stato si sono assottigliati a tal punto che non conviene più assumersi rischi per spuntare guadagni risicati. A parità di rischio meglio puntare sulle azioni di società di standing elevato che garantiscono un buon ritorno in termini di dividendo.
Così, in sintesi, Bill Gross, co-fondatore di Pimco nel 1971, la più grande società al mondo di fondi d’investimento obbligazionari. Il re dei bond ha messo in guardia gli investitori sull’opportunità di investire sul mercato azionario piuttosto che su quello obbligazionario che ha ormai raggiunto un livello di saturazione tale da non più garantire più risultati soddisfacenti. Gross fa notare che oggi sul mercato ci sono tremila miliardi di dollari di obbligazioni che offrono ormai rendimenti negativi, mentre esistono azioni di società che, a certi prezzi, garantiscono un apprezzabile payout in termini di dividendo.
I titoli del Ftse Mib con yield più allettanti
Gross non lo specifica, ma gli investitori sanno che queste società si trovano più in Europa che negli USA, dove i prezzi sono rimasti più indietro rispetto alla lunga cavalcata di Wall Street. Intesa Sanpaolo offre da tempo uno yield superiore al 8%, Mediobanca, Generali e Unipol più del 5%, così come ENI che nel 2019 ha pagato un dividendo di 0,86 euro per un rendimento del 4% circa. Ritorni simili si possono trovare anche presso altre aziende europee quotate, ma meno a Wall Street dove i prezzi delle stock company scontano ormai ritorni tipici di un’economia in forte espansione, mentre sullo sfondo si cominciando a intravvedere segnali di recessione, come dimostrato dall’inversione della curva dei rendimenti fra T-bond a 2 anni e T-bond a 10 anni.
La cavalcata del mercato azionario
I mercati finanziari in questi ultimi anni, dopo la profonda recessione del 2008 – osserva Gross – sono stati salvati dagli “interessi a zero”. Circa il 15% dei guadagni del mercato azionario di quest’anno è attribuibile al rally dei titoli Treasury statunitensi. Il prezzo delle azioni è salito e il differenziale del credito è diminuito in seguito al rally del mercato obbligazionario globale che ha spinto miliardi di dollari di bond ad avere rendimenti negativi, prosegue Gross. Senza stimoli fiscali, le economie e i prezzi delle azioni potrebbero però non beneficiare ulteriormente dei tassi di interesse negativi e gli investitori dovrebbero prepararsi a una crescita economica globale più lenta e a minori guadagni sugli investimenti. Arrivati a questo punto – conclude Gross – ulteriori rialzi dei mercati azionari appaiono limitati poichè le banche centrali si stanno accorgendo che gli investitori istituzionali (fondi pensione e assicurazioni in primis) alla lunga non potranno più garantire ritorni minimi agli investitori. Le stesse banche stanno non possono più corrispondere interessi ai depositi dei loro clienti, anzi stanno cominciando a far pagare il denaro parcheggiato sui conti sopra una certa soglia.