Notizie Valute e materie prime Benzina, Antistrust indaga su 9 compagnie petrolifere per ipotesi cartello

Benzina, Antistrust indaga su 9 compagnie petrolifere per ipotesi cartello

24 Gennaio 2007 08:32

Nove compagnie petrolifere nel mirino del Garante. L’Antitrust ha avviato un’indagine per verificare l’ipotesi dell’esistenza di un cartello sui prezzi dei carburanti. Secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Eni, Esso Italiana, Kuwait Petroleum Italia, Shell Italia, Tamoil Italia, Total Italia, Erg Petroli, Ip e Api, almeno a partire dalla fine del 2004, avrebbero messo in moto dei meccanismi collusivi nella definizione del prezzo consigliato dei carburanti alla distribuzione, attraverso continui scambi di informazioni. In pratica, l’accusa mossa nei confronti delle società petrolifere è quella di aver concordato la fissazione dei prezzi consigliati, violando la normativa a tutela della concorrenza.


Secondo l’Antitrust, il primo passo verso una vera liberalizzazione sarebbe quello di rimuovere le rilevanti barriere all’ingresso presenti sul mercato. “La protezione da rivali esterni – come spiegato nel comunicato diffuso nella serata di ieri dall’Authority – ha permesso alle società di pilotare i prezzi di benzina e gasolio per rispondere all’evoluzione del settore (cala il consumo di benzina mentre aumenta quello del diesel) e mantenere prezzi e margini lordi dei carburanti in rete più elevati in Italia che all’estero”. Inoltre, sempre stando alle parole del Garante, le nove compagnie coinvolte avrebbero contribuito a creare un mercato “caratterizzato da un equilibrio non concorrenziale, con rilevanti barriere all’ingresso che bisogna rimuovere”.


Inoltre, dall’ottobre 2004 proprio l’Eni ha iniziato a utilizzare un nuovo metodo, meno legato all’andamento del costo della materia prima. I concorrenti però, anziché continuare a fondare le proprie politiche di prezzo sui criteri seguiti fino ad allora, hanno scelto di adeguarsi ai movimenti del Cane a sei zampe , adottando prontamente il nuovo criterio.


A meno di una settimana dalla segnalazione fatta dal ministro per lo Sviluppo, Pierluigi Bersani, all’Antitrust sull’andamento anomalo dei prezzi dei carburanti negli ultimi 30 giorni, la situazione si sta infiammando sempre più, anche dopo l’avvio dell’istruttoria partita lo scorso 18 gennaio: i funzionari dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, affiancati dalla Guardia di Finanza, hanno infatti cominciato le perquisizioni a tappeto negli uffici di alcune società dell’oil al fine di acquisire il maggior numero di informazioni sui prezzi dei carburanti.


Un intervento che non ha mancato di suscitare reazioni. Soddisfazione è giunta dal Codacons: “Adesso – ha detto il presidente dell’associazione a difesa dei consumatori, Carlo Rienzi – eventuali anomalie riscontrate attraverso queste ispezioni, devono essere tempestivamente segnalate alle Procure della Repubblica, affinché predispongano tutti gli interventi del caso”. Il Codacons ha anche ribadito, come si legge nella nota, la sua ferma opposizione alla sciopero dei benzinai contro la liberalizzazione della rete distributiva dei carburanti, e annuncia una serie di denunce contro chiunque arrecherà danno agli utenti interrompendo un servizio essenziale.