Bce, il Tesoretto va usato “interamente” per ridurre il debito pubblico
La Banca centrale europea (Bce) continuerà a mettere in atto una politica monetaria accomodante e a intervenire con tempestività per garantire la stabilità dei prezzi. E’ questo che si legge nell’editoriale del Bollettino del mese di aprile stilato dalla Bce, che lascia presagire che ben preso le autorità monetarie di Francoforte torneranno a mettere mano al costo del denaro, riaggiustandolo ovviamente all’insù e continuando così a perseguire la strada dei graduali rialzi dei tassi imboccata da un po’ di tempo a questa parte. “Alla luce del contesto economico favorevole – si legge nell’editoriale – la politica monetaria della Bce seguita a essere accomodante, considerando i livelli moderati dei tassi di interesse di riferimento, la forte espansione di moneta e credito e le condizioni di liquidità abbondante nell’area secondo tutte le misure plausibili. Pertanto, in prospettiva, è necessario intervenire con tempestività e fermezza per assicurare la stabilità dei prezzi a medio termine”.
Del resto, nella parte del bollettino riguardante gli andamenti economici e monetari, la Bce mette in evidenza che “la dinamica di breve periodo dell’inflazione complessiva risentirà largamente dell’andamento dei prezzi dei beni energetici”. Nonostante i recenti rincari sia del greggio sia dei prodotti raffinati, è probabile che nei prossimi mesi effetti base favorevoli determinino un calo dell’inflazione. Ma la cosa non durerà molto, perché la Bce prevede che verso la fine dell’anno a tale flessione possa seguire una variazione di segno opposto causata da effetti base sfavorevoli. Dopodiché, “è molto probabile che l’inflazione torni a oscillare intorno al 2% (il livello di guardia per la Bce, ndr)”. Come se non bastasse da Francoforte sottolineano come queste prospettive per l’inflazione siano soggette a diversi rischi verso l’alto, connessi a ulteriori rincari del petrolio e a nuovi aumenti di prezzi amministrati e imposte indirette, oltre quelli già annunciati e decisi. Tra l’altro, una dinamica salariale più vigorosa di quanto al momento anticipato potrebbe comportare notevoli rischi al rialzo per le prospettive di inflazione, specialmente alla luce del favorevole slancio dei mercati del lavoro negli ultimi trimestri.
Tornando all’editoriale, la Bce fa anche il punto sulle politiche fiscali dei Paesi e sottolinea come rivesta la massima importanza “trarre vantaggio dal deciso miglioramento della situazione economica e procedere con determinazione verso il riequilibrio dei bilanci”. Infatti i rapporti tra disavanzo o debito pubblico e Prodotto interno lordo (Pil) registrati dai paesi dell’area dell’euro per il 2006 sono considerevolmente migliori delle attese. Ma è bene non lasciarsi prendere da facili entusiasmi: “Questi risultati positivi riflettono in ampia misura le consistenti entrate tributarie in un contesto macroeconomico favorevole, che hanno in alcuni casi compensato una spesa pubblica più elevata del previsto”. Ecco perché secondo la Bce “i saldi di bilancio superiori alle attese nel 2006 devono indurre a porsi per il 2007 e per i prossimi anni obiettivi più ambiziosi, destinando entrate impreviste interamente alla riduzione del disavanzo e del debito pubblico”. Il che, tradotto in italiano stretto, significa che il tanto chiacchierato “Tesoretto” (l’extra-gettito di cui parla appunto la Bce e di cui in Italia si sente tanto parlare in questi giorni) deve essere utilizzare in toto a copertura del debito pubblico (e non per alleggerire la tassazione come è stato proposto).