Notizie Notizie Mondo Bce: stimoli monetari ancora necessari, protezionismo e andamento euro i maggiori rischi

Bce: stimoli monetari ancora necessari, protezionismo e andamento euro i maggiori rischi

22 Marzo 2018 11:42

La Bce ritiene ancora necessario un ampio grado di stimolo monetario affinché le spinte inflazionistiche di fondo continuino ad accumularsi e sostengano la dinamica dell’inflazione complessiva nel medio periodo. E’ quanto si legge nel Bollettino Bce diffuso oggi, che aggiunge: “Le informazioni che si sono rese disponibili dopo la riunione di politica monetaria di gennaio, comprese le ultime proiezioni formulate dagli esperti della BCE, hanno confermato una dinamica dell’espansione economica dell’area dell’euro forte e generalizzata, che, secondo le proiezioni, dovrebbe aumentare nel breve periodo a un ritmo in qualche misura più rapido rispetto alle attese”.

Crescita solida, rischi da protezionismo e andamento valute
L’espansione economica nell’area dell’euro continua a essere solida e generalizzata nei diversi paesi e settori, con una crescita del PIL, nel quarto trimestre 2017, pari allo 0,6 per cento sul periodo precedente. Lo sostiene la Bce nel Bollettino economico di marzo. “I consumi privati sono sospinti dall’incremento dell’occupazione, che a sua volta beneficia delle passate riforme del mercato del lavoro, e dall’aumento della ricchezza delle famiglie”, si legge nel Bollettino che sottolinea poi come l’espansione generalizzata a livello globale sospinge le esportazioni dell’area dell’euro.

Le proiezioni macroeconomiche di marzo 2018 formulate per l’area dell’euro dagli esperti della BCE, che prevedono una crescita annua del PIL in termini reali del 2,4 per cento nel 2018, dell’1,9 nel 2019 e dell’1,7 nel 2020. Tra i rischi al ribasso elencati dalla Bce ci sono quelli riconducibili a fattori di carattere globale, tra i quali il crescente protezionismo e gli andamenti dei mercati valutari e degli altri mercati finanziari.

Inflazione si avvicinerà al 2% nel medio termine
Il Consiglio direttivo della Bce ha fiducia nel fatto che l’inflazione convergerà verso l’obiettivo di un tasso inferiore ma prossimo al 2 per cento nel medio termine. Al contempo, si legge nel Bollettino Bce, le misure dell’inflazione di fondo sono rimaste contenute e devono ancora mostrare segnali convincenti di una sostenuta tendenza al rialzo.

“In prospettiva – sottolinea la Bce – sulla base dei prezzi correnti dei contratti future sul petrolio, i tassi sui dodici mesi dell’inflazione complessiva dovrebbero oscillare intorno all’1,5 per cento per il resto dell’anno. Le misure dell’inflazione di fondo sono rimaste contenute ma dovrebbero gradualmente aumentare nel medio periodo, sostenute dalla politica monetaria della BCE, dal perdurare dell’espansione economica, dalla riduzione della capacità inutilizzata nell’economia e dalla più vigorosa dinamica salariale associate a tale espansione”.

Le proiezioni per l’area euro elaborate a marzo dagli esperti della BCE prevedono un tasso annuo di inflazione sui dodici mesi pari all’1,4 per cento nel 2018, all’1,4 nel 2019 e all’1,7 nel 2020.

Il presidente della Bce, Mario Draghi, nei suoi ultimi interventi ha riaffermato la fiducia sul fatto che le dinamiche inflazionistiche si stiano muovendo nella giusta direzione, anche se c’è ancora bisogno di ulteriori prove del fatto che il percorso sia quello giusto. Peter Praet, responsabile economista della Bce, ha rimarcato come l’aumento delle persone che stanno cercando lavoro potrebbe impedire ai salari di puntare verso l’alto, condizionando negativamente le spinte inflattive.