Notizie Notizie Mondo Bce rivede al rialzo le stime sul Pil 2013. In Italia rischio su target deficit

Bce rivede al rialzo le stime sul Pil 2013. In Italia rischio su target deficit

12 Settembre 2013 09:14

La Banca centrale europea ha rivisto al rialzo le stime sul Pil dell’Eurozona per il 2013. L’Eurotower, nel suo Bollettino mensile, prevede per quest’anno una contrazione dell’economia dell’area euro pari allo 0,4% rispetto al -0,6% stimato a giugno. L’istituto centrale ha invece ritoccato al ribasso le attese sul Pil per il 2014 visto in progresso dell’1% mentre in precedenza aveva previsto una crescita dell’1,1%. Per la Bce le economie dell’Eurozona sono in graduale ripresa, con un lento recupero del prodotto atteso per il resto del 2013. L’Eurotower, ricalcando le parole del presidente Mario Draghi, ha poi confermato che l’orientamento della politica monetaria resterà accomodante finché sarà necessario mentre i tassi d’interesse rimarranno a livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo. Per quanto riguarda l’inflazione, questa nell’area euro dovrebbe collocarsi in media all’1,5% nel 2013 e all’1,3% nel 2014. A confronto con le stime dello scorso giugno elaborate dagli esperti dell’Eurosistema, il valore per quest’anno è stato rivisto di 0,1 punti percentuali al rialzo, mentre per il prossimo è rimasto invariato.

I rischi per l’Italia
La Bce ha poi messo in pre allarme l’Italia. Il peggioramento del fabbisogno del Paese, dovuto soprattutto all’erogazione dei debiti arretrati verso le imprese, mette in risalto i rischi crescenti per il conseguimento dell’obiettivo di disavanzo al 2,9% del Pil per il 2013. L’Eurotower ha ricordato come in Italia le informazioni preliminari sull’esecuzione del bilancio dello Stato in base ai dati di cassa fino a luglio 2013 indicano un fabbisogno finanziario cumulato di 51 miliardi di euro (3,3% del Pil), in aumento da quasi 28 miliardi (1,8% del pil) nello stesso periodo del 2012.

Ad agosto, ha sottolineato l’istituto guidato da Mario Draghi entrando nel dettaglio, il governo ha annunciato per l’anno in corso l’abolizione della prima rata dell’imposta sulle abitazioni principali di proprietà. Il mancato gettito (pari a 2,4 miliardi di euro circa, ossia lo 0,1% del Pil) sarà compensato attraverso il contenimento della spesa e maggiori entrate. Sempre in agosto il Parlamento ha deciso di rinviare di tre mesi, al primo ottobre, l’aumento di 1 punto percentuale dell’aliquota ordinaria dell’Iva. Le inferiori entrate dovute a tale rinvio saranno bilanciate da maggiori accise su alcuni prodotti e da imposte dirette temporaneamente più elevate. Infine, è stato convertito in legge il ‘Decreto del fare’, che prevede una serie di misure intese ad accrescere gli investimenti in infrastrutture, semplificare le procedure burocratiche, aumentare il credito alle imprese (soprattutto alle piccole e medie imprese) e migliorare l’efficienza della giustizia civile.

Disoccupazione elevata ma le prospettive sono favorevoli
La disoccupazione resta elevata nell’area euro ma le prospettive appaiono lievemente più favorevoli. In particolare la Bce parla di un ulteriore calo dell’occupazione nella seconda metà del 2013, nonostante il miglioramento delle condizioni economiche. Tuttavia, ha precisato l’istituto di Francoforte, i recenti dati mensili sulla disoccupazione suggeriscono prospettive lievemente più favorevoli.

I governi dell’Eurozona, ha ammonito la Bce, non dovrebbero vanificare gli sforzi già compiuti per ridurre il disavanzo pubblico. La composizione del risanamento dovrebbe privilegiare misure favorevoli alla crescita e dotate di una prospettiva di medio termine che coniughino il miglioramento della qualità e dell’efficienza dei servizi pubblici con la limitazione al minimo degli effetti distorsivi dell’imposizione fiscale. La Bce ha invitato quindi i paesi dell’area euro a portare avanti il proprio programma di riforme al fine di ridurre ulteriormente gli squilibri e promuovere la competitività, la crescita e la creazione di posti di lavoro.