Notizie Notizie Mondo Bce porta tassi d’interesse all’1,5%. Seconda stretta del 2011

Bce porta tassi d’interesse all’1,5%. Seconda stretta del 2011

7 Luglio 2011 14:41

Non arriva nessuna sorpresa dalla Banca centrale europea (Bce). Rispettando quanto anticipato dal mercato e dagli analisti la Bce ha deciso di alzare i tassi di interesse dello 0,25%, portandoli all’1,50%. Si tratta della seconda stretta sui tassi del 2011 dopo quella applicata a inizio aprile. “La decisione odierna è stata presa per le preoccupazioni in aumento circa la stabilità dei prezzi”, ha dichiarato Jean-Claude Trichet, nel corso della consueta conferenza stampa che segue la decisione. In particolare, Trichet ha ribadito che “questa mossa contribuirà a mantenere le aspettative sull’inflazione nell’area euro saldamente ancorate e in linea con gli obiettivi”. Che questa mossa fosse nell’aria era apparso chiaro già un mese fa quando il numero uno dell’EuroTower aveva lasciato intendere un nuovo rialzo del costo del denaro per tenere a bada l’inflazione che viaggia nell’Euro Zona sopra la soglia del 2%.


Anche con il nuovo rincaro, i tassi di interesse dell’area euro rimangono “accomodanti”, anche se guardando al futuro si intravedono già nuove correzioni. “Continueremo a monitorare molto da vicino tutti gli sviluppi circa i rischi rialzisti sulla stabilità dei prezzi”, ha dichiarato Trichet. Un’indicazione molto chiara per chi segue e interpreta il linguaggio in codice utilizzato dal presidente della Bce. L’espressione infatti viene utilizzata solitamente due mesi prima di ogni rialzo. Sulle mosse che verranno prese nelle prossime riunioni il presidente della Bce ha ribadito che “non commenta le decisioni future”, rimarcando tuttavia che “verranno prese decisioni adeguate al momento opportuno”.


Per Trichet è importante guardare all’area euro nell’insieme ed è essenziale che i singoli Paesi membri rispettino gli impegni per la correzione dei conti pubblici. “Lo scenario è difficile e occorrono azioni ferme per il consolidamento dei conti pubblici. Bisogna anticipare i tempi poi per evitare il rischio contagio”.
Sul tema caldo della crisi del debito il Consiglio direttivo della Bce ha preso la decisione di “sospendere i requisiti collaterali del Portogallo che sta attraversando un momento delicato”. La stessa decisione era stata presa in precedenza per l’Irlanda e per la Grecia. Incalzato dai giornalisti sulla questione Grecia e su un possibile secondo pacchetto di aiuti per Atene, Trichet ha detto chiaramente che “bisogna evitare il default di qualsiasi paese Ue”. Su questo fronte il presidente uscente della Bce ha detto che “la possibilità di un coinvolgimento deve essere su base volontaria, e spetta ai Governi discutere sugli aiuti privati”. 


“La Bce ha alzato oggi i tassi all’1,5%. Una mossa ampiamente anticipata, e ora ci attendiamo un nuovo rialzo di 25 punti base quest’anno”, ha commentato Azad Zangana, economista europea di Schroders, dopo l’innalzamento dei tassi di interesse da parte della Bce. “Questo e i futuri rialzi del costo del denaro colpiranno le economie periferiche, ma allo stesso tempo lavoreranno per rallentare il boom di esportazioni nel Nord”.


Come impatta questa decisione sui mutui?


“Il rincaro di ulteriori 25 punti base del tasso Bce segue quanto ampiamento anticipato da esperti e analisti negli ultimi mesi e probabilmente anticipa un ultimo rialzo di ulteriori 25 punti base entro la fine dell’anno”, esordisce Stefano Rossini – a.d. di Mutui Supermarket.it, precisando che “questa tensione al rialzo dei tassi sul medio e lungo termine avrà quasi sicuramente delle conseguenze sul lato della tipologia della domanda di mutui da parte di privati e famiglie”. La mia aspettativa, rimarca Rossini, è che l’aumento spinga sempre più verso una ripresa della domanda di mutui a tasso fisso rispetto ai mutui a tasso variabile (che nei primi 5 mesi del 2011 hanno coperto circa il 60% delle richieste). Anche se la convenienza della rata a tasso variabile rispetto quella a tasso fisso oggi sia molto consistente e nonostante la conseguenza dell’aumento del tasso Bce di 0,25% si possa considerare di piccolo impatto (ad esempio per un mutuo di 100.000 euro a 20 anni, la rata aumenta di appena 13 euro, passando da 536 a 549 euro), per molte famiglie la conferma della crescita attesa dei tassi variabili avrà un ruolo sempre più centrale nel momento della scelta del tasso del proprio mutuo.