Notizie Notizie Mondo Borse europee scattano ai massimi a 2 anni e mezzo all’indomani della Bce, vola anche il Ftse Mib

Borse europee scattano ai massimi a 2 anni e mezzo all’indomani della Bce, vola anche il Ftse Mib

27 Ottobre 2017 10:18

Le buone indicazioni dalle trimestrali bancarie in Europa danno sostegno al rally delle Borse del Vecchio continente che ieri erano già scattate in avanti in scia ai toni ancora dovish della Bce nonostante l’annuncio dell’avvio del tapering da gennaio 2018. Riscontri molto positivi anche dalle big statunitensi con pieno di utili per Alphabet (Google), Amazon e Intel. 

L’indice Euro Stoxx 50 segna un progresso dello 0,71% a 3.665 punti dopo aver toccato un picco a 3.669 punti, livello che non vedeva dall’aprile del 2015. Massimi da novembre 2015 per il Ftse Mib con in prima fila Mediobanca protagonista di utili trimestrali oltre le attese.

 

Ubs e Rbs spingono al rialzo

Spunti rialzisti per Ubs e Rbs dopo il rilascio dei conti trimestrali. Gli utili netti di Ubs sono saliti nel terzo trimestre del 2017 del 14% su base annua a 0,9 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con quanto previsto dalla banca a inizio mese. “Ancora una volta tutte le divisioni hanno messo a segno buoni risultati, con l’Asia-Pacifico come un importante motore trainante della crescita redditizia. Continuiamo a puntare tutta l’attenzione su una esecuzione disciplinata e sulla creazione di valore a lungo termine per gli azionisti”, ha commentato Sergio Ermotti, ceo del colosso bancario elvetico.

In rafforzamento ulteriore il coefficiente patrimoniale CET1, al 13,7%. UBS si è impegnata a restituire almeno la metà del suo utile netto agli investitori sotto forma di dividendi a condizione che il CET1 rimanga al di sopra del 13%. Sergio Ermotti questa mattina, intervistato da Bloomberg, ha anticipato che la banca completerà il dividendo con un piano di buyback.

 

Sponda Bce ai mercati 

Il piano di quantitative esasing della Bce sarà esteso di nove mesi, fino al settembre del 2018 o oltre, se sarà necessario. Draghi ha precisato che non si tratta di tapering ma di riduzione dell’ammontare degli acquisti (downsize) e ha smentito l’esistenza di un cap all’ammontare massimo del QE. Un altro elemento a tranquillizzare i mercati è la precisazione che il reinvestimento dei titoli in scadenza continuerà per un periodo esteso di tempo dopo la fine del QE. “La propensione a una politica monetaria espansionistica mostrata da Draghi va a beneficio dei mercati. Nel medio periodo, i rischi geopolitici e di mercato vengono stemperati da una crescita globale sopra le attese e dal supporto fornito dalla politica monetaria”, rimarca Alessandro Tentori, Chief Investment Officer AXA Investment Managers Italia.