Bce: Draghi, politica accomodante finché necessario. Pronti a nuove misure, anche Ltro
Nessuna mossa a sorpresa dalla Banca centrale europea (Bce), che conferma la sua politica accomodante e le sue previsioni sull’economia del Vecchio continente. Nella riunione odierna l’Eurotower ha come da attese confermato i tassi di interesse all’attuale minimo storico dello 0,50%. Qualche spunto invece è arrivato dalla conferenza stampa del governatore, Mario Draghi, svolta non a Francoforte, come di consueto, ma a Parigi.
Draghi ha precisato che la decisione di mantenere il costo del denaro invariato è arrivata dopo una discussione tra i membri del board su un possibile ritocco. “La nostra politica rimarrà accomodante – ha ribadito il numero uno della Bce – finchè sarà necessario, confermando la forward guidance indicata a luglio”. I tassi di interesse dunque sono destinati a rimanere all’attuale livello o più bassi per un lungo periodo di tempo. Non solo. Draghi ha assicurato come la Bce sia pronta a utilizzare tutti gli strumenti necessari per sostenere la ripresa, compreso un nuovo Ltro (long term refinancing operation), le cosiddette operazioni di finanziamento agevolati al sistema bancario.
Eurozona, la ripresa è debole e sbilanciata
“La ripresa della zona euro è debole, fragile e sbilanciata”, ha indicato Draghi, precisando che i rischi per l’economia restano al ribasso e rappresentati da “nuove tensioni geopolitiche, una domanda globale più debole del previsto e un’attuazione insufficiente o lenta delle riforme strutturali nei Paesi”. Preoccupante la dinamica del mercato del lavoro, con una disoccupazione che “si è stabilizzata a un livello molto alto”. Sotto controllo invece le aspettative di inflazione nel medio termine. In questo scenario la Bce ha esortato ancora una volta i governi a proseguire sulla strada delle riforme e a rispettare i target di debito imposti da Bruxelles.
Italia, l’instabilità politica è meno pericolosa che in passato
Interpellato sull’Italia, il cui governo sta vivendo proprio oggi una giornata cruciale, Draghi ha così risposto: “Posso commentare in termini generali. L’instabilità politica di alcuni Paesi frena le speranze di ripresa nazionali ma non impatta la zona euro, come in passato”. L’Eurozona è più resistente grazie ai progressi fatti sul piano delle riforme e dei conti pubblici e all’intervento della Bce.
Gravi invece le possibili conseguenze per lo shutdown, la sospensione delle attività federali negli Stati Uniti. “La questione del budget Usa è un rischio se si protrae, ma non pensiamo avverrà. Sarebbe comunque un rischio per gli Stati Uniti e per tutta l’economia mondiale”, ha affermato Draghi.