La Bce difende il Patto di stabilità e la politica monetaria
Mentre si scaldano gli animi tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy sulle questioni europee che al momento separano le due nazioni, il Bollettino mensile elaborato dalla Banca centrale europea richiama l’attenzione dei membri dell’Unione proprio su alcuni dei temi sollevati dai due capi di Stato. Sarkozy ha iniziato il suo mandato alla guida della Francia marcando le distanze con le istituzioni centrali del Vecchio continente. Il premier francese ha puntato il dito contro un euro troppo forte che non favorisce le esportazioni dei Paesi dell’area, ha chiesto maggiore ascolto a Bruxelles e Francoforte per i temi sollevati dagli stati membri forzando in particolare la possibilità di rimandare il pareggio di deficit previsto nel 2010 dalle indicazioni dell’Unione e ha invocato la strada delle misure protezionistiche per evitare che i posti di lavoro dei cittadini francesi vengano messi in pericolo dalla globalizzazione.
Un esordio non proprio tranquillizzante per le istituzioni europee, in parte rientrato nel corso dell’ultima riunione dell’Eurogruppo, ma non dimenticato a Bruxelles. Non è dunque un caso che uno dei temi principali contenuti nel Bollettino mensile diramato oggi dalla Bce sia la “preoccupazione per le pressioni esercitate da diversi Paesi volte ad allentare gli obiettivi di risanamento delle finanze pubblica già stabiliti”. Sotto questo aspetto l’esortazione è a rispettare quanto previsto dal Patto di stabilità e di proseguire sulla strada delle riforme strutturali, parole che chiamano in causa naturalmente anche l’Italia. E il 2010 viene confermato come data limite per il raggiungimento del pareggio di bilancio da parte degli Stati membri. “L’impegno a raggiungere gli obiettivi stabiliti – recita il documento – deve riflettersi nei programmi di bilancio per il 2008 nel rispetto di quanto stabilito durante la riunione dell’Eurogruppo del 20 aprile scorso” approfittando della crescita economica che sta attraversando il Vecchio contintente. Un’opportunità insomma da non lasciarsi sfuggire.
Secondo la Bce anche nella seconda parte del 2007 la crescita di Eurolandia proseguirà a ritmi sostenuti mentre l’inflazione non appare ancora un pericolo superato nel medio termine, anche a fronte dell’andamento del prezzo di petrolio ed energia. Proprio in considerazione di un tale scenario, Francoforte ribadisce la “ferma attenzione” sui prezzi e la propria prontezza a intervenire sulla politica monetaria, ancora una volta definita “accomodante”. Tra i pericoli che potrebbero mettere i bastoni tra le ruote all’economia europea l’Istituto centrale ha indicato proprio il rischio di un ritorno a politiche protezionistiche, il prezzo del petrolio che in questi giorni sta salendo sensibilmente, la presenza di situazioni di squilibrio sui mercati mondiali. Su quest’ultimo fronte vanno annoverati i deficit gemelli statunitensi, la crescita dei mercati azionari che finora non ha trovato grandi pause e che ha portato a una sottovalutazione del rischio di mercato, il fenomeno dei carry trade, i problemi del settore immobiliare statunitense strettamente legati all’eccessiva facilità di accesso al credito che ha caratterizzato gli anni più recenti.