Notizie Dati Macroeconomici Bce: cosa aspettarsi all’appuntamento con Draghi tra fragile ripresa e dissensi interni

Bce: cosa aspettarsi all’appuntamento con Draghi tra fragile ripresa e dissensi interni

5 Novembre 2014 14:19
Sale l’attesa per la riunione della Banca centrale europea (Bce), in agenda il 6 novembre, che annuncerà la sua decisione di politica monetaria. All’annuncio seguirà, come di consueto, la conferenza stampa del presidente Mario Draghi. E sarà proprio su di lui che si concentrerà l’attenzione degli operatori, che sperano in un allargamento delle misure già annunciate nei mesi scorsi, dopo i recenti dati macro e la revisione al ribasso delle stime economiche da parte della Commissione europea. Tuttavia sembra allontanarsi la possibilità di un futuro quantitative easing in salsa europea, alla luce dei dissensi che sarebbero emersi all’intero del consiglio direttivo.
Il contesto
I segnali giunti finora dall’Eurozona continuano a delineare un quadro economico di fragile ripresa e bassa inflazione. La lettura preliminare dell’inflazione di ottobre, nella versione core, ossia depurata dalle componenti più volatili come alimentari, energia e tabacco, è scesa allo 0,7%, livello minimo dall’introduzione dell’euro, rafforzando i rischi deflattivi. Una indicazione debole è giunta anche dalla lettura finale dell’indice Pmi manifatturiero e da quello dei servizi di ottobre della zona euro. Senza contare la sforbiciata delle stime economiche da parte della Commissione europea. Bruxelles ha tagliato le previsioni di crescita dell’Eurozona e di diversi Paesi del Vecchio continente tra cui anche la Germania, locomotiva d’Europa, alimentando i timori sulla ripresa economica. 
Guardando alla stagnazione economica e ai rischi deflattivi della zona euro, gli operatori sperano, se non in un annuncio di quantitative easing in salsa europea (sarebbe prematuro), in una estensione dei programmi di acquisto della Bce, includendo anche obbligazioni societarie. Tuttavia, sarebbero nati dissensi all’interno del board della Bce, legati principalmente allo stile decisionale di Draghi considerato poco collegiale, secondo quanto riporta Reuters. L’opposizione sarebbe contro le dichiarazioni di Draghi di ampliare il bilancio Bce di circa 1.000 miliardi di euro e verrebbe da almeno sette governatori: Germania, Olanda, Lussemburgo, Estonia, Lettonia, la tedesca Sabine Lautenschlaeger ed il lussemburghese Yves Mersch.
Le attese degli analisti
Alla luce di tutto questo, gli analisti si aspettano sostanzialmente un nulla di fatto dalla Bce: i tassi di interesse rimarranno fermi allo 0,05% e nessuna nuova misura o estensione verrà al momento annunciata da Draghi. “Occorrerà aspettare l’evolversi di tre eventi in particolare“, sostiene ING Groep, che indica tre date chiave: il secondo TLtro (il 9 dicembre), il prossimo vertice Ue (il 18 dicembre) e il verdetto della Corte di giustizia europea sull’OMT (primo semestre 2015). “Tuttavia – affermano gli esperti della banca d’affari olandese – il nuovo ciclo di proiezioni economiche che verranno snocciolate nella riunione di dicembre e il fatto che la prima riunione della Bce del nuovo anno avverrà solo il 22 gennaio lascia una piccola probabilità di azione già quest’anno”. E dopo la sorpresa della Bank of Japan, niente è più escluso a priori.