Bce chiamata a stupire: QE pandemico diventerà XXL, le attese degli analisti per giovedì

Settimana calda sul fronte banche centrali questa appena iniziata con le riunioni della Fed (mercoledì 29) e della BCE (giovedì 30). Il mese scorso la BCE ha deciso l’introduzione del PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme) da 750 miliardi di euro e diverse significative modifiche al suo quadro collaterale.
Nel corso della riunione di questa settimana, i membri della BCE cercheranno di fare un bilancio di queste misure, ma anche di capire meglio la gravità della situazione economica. Secondo quanto riportato dai media, la scorsa settimana il Presidente della BCE Christine Lagarde ha avvertito i leader dell’UE che l’economia dell’eurozona potrebbe ridursi del 15% quest’anno.
PEPP destinato a lievitare già da subito?
Il Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) potrebbe lievitare di entità e anche in maniera consistente e una decisione del genere offrirebbe ulteriore sponda al restringimento dello spread Btp-Bund. Gli analisti di Barclays sottolineano che rispetto a un mese fa, quando fu annunciato il PEPP, è aumentato e di molto il fabbisogno netto che gli Stati dovranno finanziare col debito e pertanto l’ammontare degli acquisti attraverso il piano PEPP potrebbe salire fino a raddoppiare, ossia 1.500 miliardi di euro totali.
Dal lato degli economisti, questi prevedono che il piano di emergenza da 750 miliardi di euro della BCE sarà aumentato di altri 500 miliardi di euro. Secondo un sondaggio realizzato da Bloomberg tra gli economisti, un intervistato su quattro si aspetta che la BCE possa aumentare le dimensioni del suo PEPP già giovedì, durante la riunione del Consiglio direttivo. La maggioranza prevede invece che l’aumento si realizzerà entro settembre. In ogni caso, la tempistica – così come la dimensione dell’aumento – probabilmente sarà influenzato da quanto i governi sono disposti a spendere.
Le preoccupazioni BCE
In che direzione potrebbe muoversi la Bce? Attualmente, sottolinea Carsten Brzeski, Chief Economist, Eurozone and Global Head of Macro di ING, sembra che la BCE stia seguendo tre obiettivi principali: 1) evitare un circolo vizioso di declassamenti sovrani e di società e di conseguenza problemi nel settore bancario; 2) impedire che gli spread sovrani si allarghino ulteriormente; 3) sostenere l’economia. “Anche se non possiamo escluderlo, non ci aspettiamo che la BCE decida misure aggiuntive questa settimana” dice l’analista di ING. Ciò non significa che la BCE abbia finito di fornire supporto. “Data la profondità della contrazione economica, la bassa inflazione e le aspettative di inflazione in calo insieme al rischio di un ulteriore allargamento dei differenziali di rendimento dei governi, ci aspettiamo che la BCE intensifichi il suo PEPP. Se i vecchi schemi dovessero tenere, l‘incontro di giugno con un nuovo ciclo di proiezioni economiche sarebbe il momento giusto per annunciare un tale aumento”.
L’istituto centrale europeo si ritrova in prima linea nel tentativo di smorzare le preoccupazioni dei mercati sull’aumento del livello del debito sovrano, in particolare nell’Europa meridionale. Thomas Hempell, head of macro & market research di Generali Investments, ricorda che “gli spread sovrani hanno già in gran parte invertito la rotta dopo il restringimento che aveva seguito il programma Pepp della Bce, tenendo sotto controllo anche la moneta unica”. Nella riunione di questo giovedì, secondo Hempell la Bce si troverà nuovamente ad affrontare il compito di alleviare le pressioni sui titoli sovrani e sulle imprese, senza però togliere ai leader Ue la responsabilità di progredire nella costruzione del Recovery Fund. “Dopo aver la scorsa settimana esteso la collateral eligibility agli ‘angeli caduti’, la Bce potrebbe includere tali titoli high yield anche nel suo programma di acquisto di asset”, segnala l’esperto di Generali I. secondo il quale alla luce del grave peggioramento delle prospettive economiche, potrebbe persino intraprendere azioni più audaci, ad esempio estendendo il programma Pepp ben oltre le dimensioni attuali di 750 miliardi di euro.