Bankitalia pronta a investire sui titoli cinesi, ma sarà ancora Draghi il cavaliere bianco che salverà i BTP?
Per ora, il cavaliere bianco pronto a salvare l’Italia dall’ansia spread non si è fatto ancora vivo, a dispetto di tutto quanto è stato ritenuto possibile fino a ora. L’ironia della sorte è inoltre palese, se si considera la notizia arrivata poche ore dopo le precisazioni del ministro dell’economia Giovanni Tria, che ha gelato i rumor su un possibile corteggiamento degli investitori cinesi verso il debito italiano. La notizia sta tutta nelle dichiarazioni rilasciate dal vicepresidente di Bankitalia Fabio Panetta, che ha fatto capire che, piuttosto, sarà il contrario: sarà Bankitalia ad acquistare le attività cinesi, con 300 milioni di euro che saranno devoluti soprattutto all’acquisto dei bond governativi emessi da Pechino.
Il problema tuttavia è che, mentre Tria tenta di lanciare un’immagine sicura dell’Italia, dicendo in una intervista a Rainews24 che “i fondamentali dell’economia italiana e anche della finanza pubblica non giustificano questo spread, dato che il debito italiano è stabilizzato e sostenibile“, e facendo notare nuovamente che il differenziale “è entrato in una fase di discesa e il governo si è impegnato davanti al parlamento a farlo scendere ancora”, il governo M5S-Lega non è affatto immune dall’ansia da spread.
Tutt’altro, nonostante le parole di sfida che arrivano per voce dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Se Di Maio qualche settimana fa aveva agitato i mercati, affermando che il governo non si sarebbe fatto ricattare dai loro movimenti speculativi, Salvini ieri ha mostrato una posizione apparente di forza dell’Italia, evocando la possibilità di aiuti, contro gli attacchi all’Italia, da parte di paesi non necessariamente europei.
“Se qualcuno intendesse speculare sulla pelle degli italiani, noi contiamo di avere un sostegno al di fuori dei confini europei”, ha detto nella conferenza stampa indetta dopo il suo incontro, a Milano, con il premier ungherese Viktor Orban.
Ipotesi plausibile? Forse, per ora non è dato sapere. Ma al di là dei russi, dei cinesi e degli americani, alla fine le indiscrezioni tornano sempre lì, a Francoforte.
Il nuovo rumor rilanciato nelle ultime ore dal quotidiano La Stampa vede ancora il governo sperare che si apra la cassaforte della Bce, che il bazooka monetario QE non vada a finire nel dimenticatoio.
L’obiettivo, ha detto una fonte di governo, è un nuovo Quantitative easing della Bce (quello attuale scade alla fine dell’anno, secondo i piani di Mario Draghi).
“Se ti copre la Bce, i mercati non possono speculare perchè non guadagnano. Ed in questo modo le agenzie di rating non possono svalutare il tuo debito”, dice la fonte, interpellata dal quotidiano.
La richiesta-appello è dunque quella di un Quantitative easing bis, un nuovo programma di acquisto di titoli pubblici, se serve anche “con un nome diverso”.
Il cavaliere bianco dell’Italia sarà ancora Mario Draghi, dunque? Una cosa, che riporta La Stampa, è sicura: a vegliare sui mercati, prestando attenzione e manifestando anche qualche apprensione, è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Sarà un caso, ma è saltata la visita in Australia, che si sarebbe dovuta svolgere tra fine settembre e la prima decade di ottobre”.