Nuovo schiaffo ad Atlantia, Toninelli: ‘Autostrade metta soldi, ricostruzione a Fincantieri e Cdp”
Scontro Toti-Di Maio su chi dovrà ricostruire il ponte Morandi, crollato lo scorso 14 agosto a Genova nel tratto autostradale A 10. “Toti vuol far ricostruire il ponte Morandi ad Autostrade? Lo dica alle famiglie delle vittime. A rifare il ponte dovrà essere un’azienda di Stato“, scrive il vicepremier Luigi Di Maio, rivolgendosi così al governatore della Liguria e al commissario per l’emergenza.
Mentre Atlantia, la holding che controlla Autostrade e che fa capo alla famiglia Benetton, vede scendere le sue quotazioni in Borsa, con un calo superiore a -2% che riporta il titolo fino al minimo intraday di 18,24 euro, l’asse Mit-Mise sembra avere già emanato il suo verdetto:
“Autostrade metterà i soldi, ma l’unica soluzione è la nazionalizzazione“, afferma il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Così il ministro, in un’intervista a Radio Anch’Io:
“Che Autostrade debba ricostruire il ponte è scontato in termini risarcitori – dice – aveva l’obbligo di manutenere l’infrastruttura. E’ normale che debbano mettere i soldi, ma è altrettanto normale che non possano essere loro a ricostruire il ponte. Sarebbe una follia, irrispettoso verso i familiari delle vittime, i feriti e gli sfollati. Che senso di sicurezza potremmo dare ai cittadini se facessimo ricostruire il ponte a chi l’ha fatto crollare?”.
E in ogni caso, precisa ancora il ministro, “ricostruzione e risarcimento sono due piani completamente differenti”. In merito alla soluzione Fincantieri-Cassa depositi e prestiti, il ministro precisa che “è una delle strade. Non è la decisione di un singolo. E’ una decisione del Governo”. In ogni caso già ieri, nel corso della sua audizione al Parlamento, aveva affermato: . “Sarà Fincantieri con la Cdp che dovrà ricostruire, con il timbro totale dello Stato“.
Ma Toti non ci sta, e ribatte al ministro con una nota:
“C’è chi parla troppo, fa poco e mistifica la realtà. Il ministro Luigi Di Maio sa bene che al di là delle chiacchiere quel ponte è ancora oggi nella concessione di Autostrade. Quindi è Autostrade che deve pagare la ricostruzione e presentare un piano lavori”.
“Che poi lo possa fare Fincantieri o un’altra azienda di Stato, già abbiamo detto di essere tutti d’accordo. Quindi: Autostrade dia l’incarico di costruire il ponte ad un’azienda pubblica. O Genova e la Liguria devono aspettare anni di liti giudiziarie o anni di dibattito parlamentare per riavere il proprio ponte? Grazie a ragionamenti come questo qualcuno ci ha già fatto perdere tante opportunità, vedi la Gronda. Non si onora la memoria delle vittime ritardando la ricostruzione del ponte. Dal governo- mi aspetto fatti, non parole, men che meno polemiche”.
LA NOTA DI EQUITA SU ATLANTIA
Equita SIM riporta quanto emerso dalla pubblicazione, da parte di Atlantia, delle parti non pubbliche della Convenzione di ASPI. Dal documento, è emerso che Atlantia ha incassato ritorni al 7.18% post-tax dagli investimenti del piano 2002. Dal rapporto, emergono importanti dettagli come il metodo di calcolo delle tariffe, le stime di traffico e i piani finanziari del 2013, con alcuni aggiornamenti al 2017.
“Da una prima lettura dei piani economici di ASPI emerge che: 1- i ritorni per i capex del piano 2002 (fra i quali il Passante di Genova) sono, come atteso, del 7.18% post-tax (positivo). Gli incrementi tariffari relativi (componente investimenti X) nell’update del piano 2017 sono del +2.1% medio al 2027 Vs la nostra stima di +1.5%, riteniamo dovuti ai 700 mn di capex per barriere anti suono non incluse nelle nostre stime. Da verificare inoltre se questi incrementi già includono la stima corrente di capex per il Passante stimato pari a 4.3 bn; 2- Il traffico al 2038 è atteso crescere dello 0.3% medio annuo (+0.5% dal 2023 e 0% dal 2027) Vs il +1% da noi stimato; 3- la società dovrà reinvestire il 50% dell’extra-ritorno se l’incremento del traffico fosse del 1% annuo superiore alle stime della concessione; 4- I ritorni per i capex del Piano 2007 (2.4 bn nel nostro modello), sono scesi sul livelli ridotti pari al 5.1% pre-tax (dal 10.2% previsto nel 2013). 5- le previsioni del piano 2013, proiettavano un EBITDA 2017 dell’11% inferiore ai risultati reali (€2.05 Vs actual €2.3 bn, che sale a €2.45 bn incluse le controllate). Questo differenziale sale al 17- 18% al 2025 rispetto alle nostre stime, principalmente per l’incremento medio delle toll revenues da noi stimato al 3.6% medio annuo (1% traffico e 2.9% di tariffe) contro il 2.6% del Piano 2013 (traffico 0.6-0.7% e tariffe medie a 2.6%)”.