Banking 500: Intesa Sanpaolo e UniCredit al top tra le banche italiane per valore di brand

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Intesa Sanpaolo e Unicredit guidano la classifica delle banche italiane che hanno trovato posto nella Banking 500 2025, classifica che vede le 500 principali banche del mondo ordinate per valore del trademark, cioè per il valore generato dalla capacità di attrarre clienti con la propria immagine e reputazione.
È stata pubblicata l’edizione 2025 del report intersettoriale firmato da Brand Finance, società londinese leader nella consulenza e valutazione degli asset intangibili. La classifica ordina le 500 principali banche globali in base al valore del marchio. Dalla ripresa del settore europeo al ruolo chiave della tecnologia, fino ai successi delle banche italiane: ecco i principali highlights.
Crescita record: +13% per i Top 500
Per il quarto anno consecutivo, il valore complessivo dei marchi delle 500 banche più importanti al mondo è cresciuto. Quest’anno, però, il report segnala un risultato storico: “È la prima volta che la classifica registra un incremento a due cifre”. Dopo anni di aumenti modesti (circa il 2%), nel 2025 il valore totale dei marchi è salito del 13%, il tasso più alto dal 2019 (+15%). Complessivamente, il valore aggregato raggiunge ora 1,6 trilioni di dollari.
Le banche italiane brillano: +31%
Analizzando i dati finanziari e di marketing (novembre 2024 – gennaio 2025), emerge un exploit delle 15 banche italiane presenti in classifica: il loro valore di marca è cresciuto del 31% rispetto al 2024, superando la media globale (+13%) e quasi tutti i paesi con le banche più influenti. Solo Singapore fa meglio, con un +41%.
Questa performance si deve in parte agli elevati tassi di interesse, che hanno gonfiato il costo del denaro e quindi anche dei prestiti. Tuttavia, Brand Finance precisa: “Non è detto che ciò derivi da una maggiore capacità di attrarre clienti tramite il brand”. L’Indicatore di Forza (ISO 20671) medio delle 500 banche top è infatti di 60/100, contro i 76/100 dei principali marchi mondiali.
Focus Italia: forza sopra la media
Oltre ai tassi, le banche italiane si distinguono per una gestione solida e un’attrattività superiore alla media globale, con un punteggio di forza medio di 65/100. Un vantaggio cruciale, specie con la politica monetaria della BCE meno restrittiva: il 6 marzo 2025 ha segnato il sesto taglio consecutivo dei tassi da giugno.
“Quando i tassi scendono, i brand meno forti rischiano di perdere terreno rispetto a quelli più attrattivi”, spiega Massimo Pizzo, senior consultant di Brand Finance. “Le banche italiane, grazie alla loro capacità di attrarre clienti, sono meno esposte.”
Tuttavia, le dimensioni medio-piccole, tipiche del tessuto industriale italiano, portano luci e ombre. Se da un lato i marchi bancari italiani valgono in media la metà dei top 500 globali, dall’altro la loro scarsa rilevanza internazionale limita il peso del sistema tricolore (1,5% del valore totale). “Le banche più piccole faticano a competere con i grandi gruppi esteri, riducendo la capacità dell’Italia di attrarre investimenti stranieri”, nota il report.
Intesa Sanpaolo e UniCredit al top
Tra i big italiani spicca Intesa Sanpaolo, il marchio di maggior valore con 10,9 miliardi di dollari (18% della capitalizzazione al 1° gennaio 2025). Con una crescita del 36%, ha scalato 14 posizioni, piazzandosi al 28° posto. Segue UniCredit, che con un +35% raggiunge 4,7 miliardi di dollari. Il successo del gruppo si lega anche alla reputazione internazionale dell’amministratore delegato Andrea Orcel, 25° nel Brand Guardianship Index 2025 e unico italiano tra i 50 top Ceo bancari per reputazione presso gli stakeholder business.
A Piazza Gae Aulenti si guarda a due dossier caldi: Commerzbank e Banco BPM. In caso di acquisizione di quest’ultima, UniCredit dovrà decidere se mantenere il brand separato o integrarlo. “L’analisi di Brand Finance mostra la superiorità di UniCredit in reputazione, considerazione, raccomandazione e lealtà”, dice Pizzo. “Un rebranding da Banco BPM a UniCredit potrebbe rivelarsi un investimento valido nel medio termine.”
Neo banche alla riscossa
L’innovazione sta diventando sempre più importante per restare competitivi. Lo si percepisce dal fatto che i due marchi in più rapida crescita in percentuale quest’anno sono le neo banche: Revolut, che è aumentata del 795% per raggiungere una valutazione di 1,9 miliardi di dollari; e Nubank, che è cresciuta del 195% fino a 4,0 miliardi di dollari.
Entrata nella top 500 per la prima volta solo due anni fa, Revolut ora si trova al 144° posto. Riuscendo a guadagnare 327 posizioni “grazie alla forte crescita dei ricavi e all’espansione dei clienti, nonché a un rating di forza del marchio migliorato da A+ ad AA”. La banca, inoltre, ha ottenuto risultati positivi anche grazie a significativi investimenti di marketing e alla sua campagna “Future of Money”, lanciata in 17 mercati e distribuita su canali TV, cartacei, social, radiofonici e fuori casa.
Tra Cina ed Europa
A dominare la classifica ci sono gli istituti cinesi. Le quattro megabanche cinesi hanno consolidato le loro posizioni di leadership, con Industrial and Commercial Bank of China (ICBC) che rimane il marchio principale per il nono anno consecutivo. La banca, infatti, ha ampliato il valore del suo marchio del 10%, arrivando a 79,1 miliardi di dollari nel 2024. Per quanto riguarda gli Usa, il settore bancario statunitense ha visto una crescita aggregata attenuata: 75 marchi che hanno visto un aumento dell’8%, raggiungendo i 359,7 miliardi di dollari. “Più della metà delle 70 banche che erano anche nella precedente classifica hanno aumentato il valore del loro marchio” ha sottolineato il report.
Sul versante europeo, il settore riprende fiato. Il valore di 125 marchi bancari europei che compaiono nella top 500 hanno visto un aumento aggregato del 24% , “il più grande aumento regionale”. Si tratta di un’inversione di tendenza impressionante rispetto alla crescita di appena il 2,4% registrata nella classifica dell’anno scorso. Tanto che, fra le banche europee, solo 18 delle 118 presenti nella classifica del 2024 hanno registrato un calo del valore del proprio marchio.
Nella classifica dei marchi bancari per paese, il Regno Unito ha sorpassato il Canada, conquistando il terzo posto grazie a un incremento del 27% nel valore totale del marchio. Il Portogallo, invece, ha segnato la crescita più significativa (+123%) tra i primi 50 paesi, con l’ingresso di due nuove banche, Banco Montepio e Novo Banco.
HSBC si conferma il principale marchio bancario europeo, posizione che mantiene da oltre dieci anni, e occupa l’11ª posizione a livello globale. In occasione del suo 160° anniversario, la banca britannica ha visto il valore del proprio marchio aumentare del 39%, raggiungendo 27,8 miliardi di dollari, posizionandosi anche tra i primi 10 marchi nei settori del commercial banking e dell’investment banking.
Deutsche Bank torna tra i primi 50 marchi bancari dopo sei anni, guadagnando 14 posizioni fino al 48° posto, con un incremento del valore del marchio del 47% (quasi 8 miliardi di dollari), il terzo tasso di crescita più alto tra i top 50.