Bank of England nei guai, rialzo tassi difficile da rinviare ancora dopo boom inflazione UK ai top a 10 anni
Scatto ai massimi a 20 mesi per la sterlina contro l’euro dopo i nuovi segnali di surriscaldamento dei prezzi anche oltremanica. L’inflazione UK che si è spinta fino al +4,2% a/a a ottobre, sui massimi degli ultimi 10 anni, rispetto al +3,1% della passata rilevazione e il 3,9% del consensus Bloomberg. Su base mensile il progresso del cpi UK è di ben +1,1%.
L’aumento dei costi del carburante e dell’energia sono i fattori chiave dietro l’ultima impennata dell’inflazione, ha affermato l’Office for National Statistics (ONS). L’aumento del 12% dei prezzi dell’energia dal 1° ottobre sulle bollette delle famiglie ha colpito l’inflazione, insieme all’aumento dei costi dell’istruzione, dei trasporti e dell’abbigliamento.
Sulla scorta dei dati odierni sull’inflazione, la Bank of England guidata da Andrew Bailey sarà decisamente sotto pressione per agire sui tassi di interesse e sollevarli dal livello minimo record dello 0,1 per cento.
“I dati di oggi sono un enorme imbarazzo per la Bank of England che aveva procrastinato il modesto aumento del tasso dello 0,15% all’inizio di questo mese”, afferma Michael Hewson, chief Analyst di CMC Markets, che si chiede quale sia il tasso di interesse ottimale per l’economia del Regno Unito, quando l’inflazione è molto al di sopra del trend. “Probabilmente è superiore all’attuale tasso di base dello 0,1% e pone la domanda se la Bank of England non aumenterà i tassi dopo questo tipo di dati, probabilmente non lo farà mai”.
“I dati degli ultimi due giorni non avrebbero dovuto essere una sorpresa, ci sono state molte prove a sostegno di un mercato del lavoro resiliente, così come prezzi più alti, il che rende la decisione di ritardare all’inizio di questo mese ancora più sconcertante”, aggiunge Hewson.