Banco BPM dice no a fusione con Mps e strizza l’occhio a UBI
Il Tesoro cerca una sposa per Banca Mps, possibilmente entro fine anno, andando a innescare un valzer di fusioni che quasi sicuramente andrà a coinvolgere Banco BPM, Ubi Banca e Banca Carige. Entro fine anno il Tesoro, azionista di controllo di Mps con oltre il 68%, dovrà informare l’UE circa le modalità con cui intende uscire dalla banca senese entro il 2021. In via XX Settembre si lavora in prima battuta per una diluizione della quota attraverso l’aggregazione con un’altra banca.
Castagna disegna l’identikit: guardiamo a banche vicine ai nostri territori
Le indiscrezioni circolate settimana scorsa non hanno mancato di fare capolino all’assemblea dei soci di Banco BPM tenutasi sabato 6 aprile a Verona. L’ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, non si è tirato fuori dai giochi, anzi ha aperto alla possibilità di aggregazioni con banche più vicine ai territori dove opera il Banco. Parole che hanno fatto subito pensare a una preferenza per un merger con UBI Banca. “In questi giorni molti fanno questo scenario che mi pare comprenda quattro banche, però è ovvio che quelle prossime, quelle con le quali potremmo pensare di sviluppare un progetto che veda sia il rafforzamento territoriale e di sinergie di costo sono le banche più vicine ai nostri territori”, sono state le parole di Castagna che indirettamente chiudono le porte a un deal con Mps.
Ecco perchè Mps non convince
Castagna ha specificato che non ci sono preclusioni verso Mps legate alla presenza del Tesoro nel capitale, ma una fusione con Siena porterebbe a un gruppo con una rete di filiali omogenea in tutta Italia andando a “replicare” quanto già fanno Intesa Sanpaolo e Unicredit. la preferenza del Banco è invece di rafforzarsi ulteriormente nelle zone più ricche del paese con UBI quindi indiziata numero uno, ma anche Bper potenzialmente interessante anche se in tal caso va valutata la presenza ingombrante di Unipol come socio forte della banca emiliana.
Spazio anche al capitolo dividendi. Castagna ha fatto capire che la possibilità del primo dividendo dalla nascita della banca è concreta considerando l’attesa di chiudere il 2019 con profitti consistenti. “Non faccio promesse sul dividendo, si fa se si fanno utili”, ha precisato.
Risiko banche su due fronti
Il risiko bancario si gioca su due fronti: oltreconfine la big Unicredit guarda con interesse alla tedesca Commerzbank se le nozze Deutsche Bank-Commerz non andranno in porto; in Italia lo scenario di base appare quello di un consolidamento tra le banche di medie dimensioni con il quartetto Ubi, Banco Bpm, Bper e Mps che presto potrebbe ridursi a due sole unità.